mercoledì 13 gennaio 2010

Via Craxi!

Ancora sulla vicenda Craxi, visto che è di ieri la notizia che un'altro comune, Alessandria, ha deciso di intitolare un via al latitante socialista (ed una ad Almirante, ma vabbeh). Ho scovato questo breve corsivo di Franceso Piccolo sull'Unità, che esprime bene quello che ho sempre pensato (ma che ero incapace di articolare) sulla figlia Stefania (sottosegretaria a qualcosa nel PdL) e sulla sua furia vendicatrice nei confronti dei nemici del padre. Ve lo propongo, è breve ma di sostanza.

Craxi e la valanga emotiva, di Francesco Piccolo

In questi giorni del decennale della morte di Craxi, la discussione sulla sua storia politica e giudiziaria è accesa e contrastata. Il difensore più presente è in questi giorni come in questi ultimi anni, sua figlia, Stefania Craxi. Non voglio qui giudicare le scelte politiche di Stefania Craxi, né la continua analogia che fa con la vicenda di Berlusconi; così come non è il caso in poco spazio dire la mia su Bettino Craxi. È ovvio, ho il rispetto assoluto per il dolore di una figlia nei confronti del padre. E il dolore di Stefania Craxi è vivo come dieci anni fa, ogni volta che parla è rabbiosa, commossa, piena di sofferenza e di orgoglio nel difendere il padre, dal punto di vista politico e giudiziario.

Però ritengo ingiusto che un qualsiasi critico di Craxi si trovi di fronte una valanga emotiva come quella di Stefania Craxi, come succede da anni. Credo che l’emotività eccessiva di una figlia abbia legittimità in privato, ma in un dibattito politico rende il confronto impari. Un ragionamento, messo di fronte al dolore di una figlia, distorce ogni possibilità di confronto e mette sempre in soggezione, perché ogni parola sembra voglia ferire sul piano personale. Con tutto il rispetto per il dolore privato di Stefania Craxi, lei e il suo dolore dovrebbero fare un passo indietro nel dibattito storico-politico, e lasciare spazio alla ragione, al giudizio meno implicato, a una visione più distaccata dei fatti. In un dibattito politico, il dolore di una figlia è sempre, ne sia consapevole o no, ricattatorio.

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