martedì 23 marzo 2010

Back in Germany


Torno in germania molti anni dopo l’ultima volta, nella quale, manco a dirlo, c’ero stato per Springsteen, che nel 1993 aveva suonato a Monaco e Francoforte. Stavolta il viaggio è per lavoro, che c’è da preparare il rinnovo del contratto di lavoro dei dipendenti della compagnia di bandiera tedesca di sede in Italia.
Il collega che segue da sempre questi lavoratori, mi spiega che sono abituati a preparare il materiale contrattuale in trasferta. Approfittando delle tante condizioni di favore che hanno su aerei e hotel infatti, prenotano voli e notti fuori, per potersi concentrare appieno solo sul lavoro da fare.

In linea di massima la cosa mi sembrava interessante, una deviazione al solito percorso liturgico di queste attività. Certo, per come sono fatto, mi infastidiva un po’ passare molto tempo a relazionarmi con persone che nella migliore delle ipotesi conoscevo molto molto superficialmente. Di contro però avevo la possibilità di vedere, nel tempo libero, una città, Francoforte, che all’epoca mi era piaciuta.

Ovviamente le cose sono andate in maniera completamente diversa rispetto a quanto preventivato. L’albergo, benché molto grazioso ( un quattro stelle) si trovava infatti solo alla periferia di Francoforte, a circa 20-25 km dall’aeroporto, in una specie di zona industriale con attorno qualche casa e qualche negozio, sputacchiati qua e là a cercare di contrastare l'egomonia territoriale delle varie aziende presenti.

Data questa situazione e il poco tempo a disposizione, per stare dietro al lavoro (piuttosto dispersivo, per la verità), siamo restati confinati due giorni nel perimetro dell’hotel. Anzi, per essere onesti, nell'unica serata a disposizione, la comitiva si è spinta fino ad una birreria a qualche centinaia di metri di distanza (lager media a €1,20!), mentre io ho declinato l’invito e mi sono imbustato davanti alla tv che dava Wolfburg- Rubin Kazan di UEFA Europa League, finchè la stanchezza non avuto il sopravvento.

Unico vero neo, alla fine, la refezione. Il cibo era davvero ripugnante (e se lo dico io che sono un’autentica fogna potete credermi), al punto che un paio di noi sono stati malissimo. Tutta roba coloratissima e talmente inzuppata in intingoli raccapriccianti, che si faceva fatica a distingure al palato la carne dal pesce. Meglio la colazione (immancabile per me bacon e uova strapazzate) e le pause programmate di metà mattina e metà pomeriggio, con frutta, tè, caffè,biscotti,yogurt e…alette di pollo piccanti con salsa barbeque, che qualcuno ha incredibilmente avuto il coraggio di fagocitare all’improponibe orario delle dieci e mezza del mattino.


Tutto sommato un'esperienza positiva, che fa riflettere sull'attività da me svolta, in bilico tra gente che si può permettere il lusso di una specie di vacanza (ancorchè di lavoro) e chi sale sui tetti o si incatena davanti ai cancelli delle imprese perchè non ha di che vivere.




P.S. Nell'immagine allegata, Francoforte così come l'ho potuta vedere io. In cartolina.

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