lunedì 27 luglio 2009

Uomini che odiano le donne


Diciamo la verità. C'è solo una cosa che ci piace di più di snobbare un best-seller che ha venduto a camionate, e che abbiamo visto in mano ad ogni genere di persone. Leggerlo e parlarne con sussiego. Quasi si debba trovare una giustificazione al fatto che ci si abbassi ad un genere di lettura popolare. Ecco, non è possibile applicare questa pratica a Uomini che amano le donne, volume che apre la ormai famosa trilogia Millennium di Stieg Larsson, visto che leggerlo è stato piacevole e a tratti avvincente.


La storia è ambientata in Svezia nei giorni nostri. Michael Blomqvist è un giornalista economico indipendente. Quarantatreenne, divorziato, affascinate. La sua carriera sbanda improvvisamente quando sbaglia un pezzo di denuncia contro un controverso finanziere e perde la causa intentata dal potentissimo uomo d'affari.

Questo evento ne mina la preziosa credibilità giornalistica e la testata di cui è co-fondatore (Millennium) rischia di fallire. In questo delicatissimo momento della sua vita personale e professionale viene contattato da un ottantenne ex-magnate d'industria svedese, un tempo a capo di un impero mondiale, che gli chiede di risolvere un mistero vecchio di quarant'anni: la scomparsa dell'adorata nipote Harriet, avvenuta nell'estate del 1966.

Lisbeth Salander è una ragazza venticinquenne dal passato molto problematico. Internata in passato un istituto psichiatrico per i suoi comportamenti asociali, oggi è costretta ad essere seguita da un tutore legale. Ma la Salander è anche un hacker ("il migliore di Svezia") e una mente geniale dotata di qualità fuori dal comune. Impiegata free-lance in un'agenzia di investigazioni e sicurezza privata, sbalordisce tutti riuscendo a completare delle ricerche di una accuratezza senza precedenti sui soggetti che gli vengono assegnati. Anche lei non se la sta passando bene, a causa della sostituzione del suo anziano e paterno tutore, colpito da ictus, con un altro legale, bieco e prevaricatore.

I due protagonisti, dapprima divisi, sono ovviamente destinati ad incontrarsi e a lavorare insieme sulla scomparsa della giovane Harriet conducendo delle indagini che coinvolgeranno i membri della numerosa famiglia del miliardario che ha ingaggiato Blomqvist.

Cupo e violento tributo alle donne vittime di violenza in Svezia (impressionante il numero statistico di questi reati, riportato a prologo di alcuni capitoli ) , Uomini che odiano le donne se da una parte è uno straordinario omaggio ai libri gialli classici, dall'altro ci consente una panoramica sulla Svezia dei giorni nostri, di cui sfata il mito della società perfetta dove tutto funziona e sorprendentemente conferma invece il vecchio luogo comune della libertà nei costumi sessuali .

Stieg Larsson se la prende comoda, divaga, cattura l'attenzione del lettore per poi spostarla o depistarla, è un narratore abile e consumato. Ha inoltre il merito di creare un nuovo, splendido e tormentato personaggio letterario come Lisbeth Salander, mentre per il protagonista Michel Blomqvist si lascia prendere un pò la mano, dipingendolo troppo virtuoso, idealista, intelligente, simpatico ed anche affascinante, visto che si scopa praticamente tutte le femmine che gli capitano a tiro.


A parte questo perdonabile peccato di presunzione (viene da pensare che Blomqvist sia un pò l'alter-ego dell'autore), per il resto c'è poco da dire, il libro funziona. Nonostante le quasi settecento pagine conserva spesso un buon ritmo e riesce a conquistare in fretta la sospensione dell' incredulità del lettore, cavandosela così anche nella parti magari meno verosimili. Però la sua struttura resta solida, il mosaico complesso, alcune situazioni molto violente e, oltre alla trama principale, anche degli altri fili narrativi risultano avvincenti.

Non solo un intrattenimento estivo.



3 commenti:

sam ha detto...

visto il film.
non male.

monty ha detto...

visto anch'io samu.
non mi è piaciuto per niente,
sia per come hanno tradotto il libro,
sia come film in se stesso.
davvero brutto.

sam ha detto...

effettivamente anche secondo me mancava qualcosa. sicuro se avessi letto il romanzo saprei cosa e te lo direi... ma aimè non ho questa sana abitudine :D
però boh, diciamo "non male" per non dire non "mi ha fatto schifo", che suona negativo, e per dire "so di cosa parli".