mercoledì 24 giugno 2009

Lost in translation?

Mi incuriosiva molto Giù al nord, commedia campione di incassi un paio d'anni fa in Francia. La storia è quella di Philippe, direttore delle poste che, per compiacere la moglie perennemente scontenta e depressa, finge una disabilità allo scopo di essere trasferito nell'accogliente Costa Azzurra. Naturalmente viene scoperto, e la punizione consiste in un trasferimento "al nord", zona Lille, a quanto pare considerata dal resto dei francesi fredda e inospitale al pari suoi abitanti.

Il tema dei clichè e dei pregiudizi tra persone geograficamente e culturalmente diverse è uno spunto valido, anche se nel film (essendo una commedia e non un trattato di sociologia) è esposto in maniera eccessivamente semplicistica e buonista. I personaggi ad ogni modo risultano accattivanti, e alcune gag (poche per la verità) riuscite.

Immagino che l'aspetto più divertente del film doveva essere quello dei dialoghi, dato che in quelle zone della Francia al confine con il Belgio si parla un bizzarro dialetto chiamato ch'timi ( nel quale ad esempio, la ‘s' francese suona ‘ch' e il ‘toi' e ‘moi' diventano ‘ti' e ‘mi' ) .

Ovviamente nella versione italiana questa caratteristica si perde nel doppiaggio, e in questo senso, visto il risultato finale e considerate le difficoltà, è difficile decidere se complimentarsi con il team di doppiatori o criticarli per il lavoro fatto.

Detto questo, Giù al nord scorre via gradevole, senza volgarità . Più che sganasciarsi dalle risate si sorride, la critica sociale è appena sfiorata, si ha l'impressione di un prodotto tutto sommato innocuo e il finale è davvero troppo telefonato.


Proprio in questi giorni è stato annunciato il remake italiano che vedrà probabilmente come protagonista Claudio Bisio.

1 commento:

Filo ha detto...

Complimenti per il titolo del post: bellissimo? :D