martedì 29 dicembre 2009

I migliori dischi del 2009, parte uno

Riguardando un pò le mie recensioni musicali del 2009, mi sono reso conto che ho cominciato a "scaldarmi" solo verso la metà dell'anno, le prime critiche a dischi dello zero nove sono infatti perlopiù postate a partire da luglio. E' stato un anno un pò contraddittorio: capace di tirare fuori 3-4 titoli che ho ascoltato allo sfinimento, ma che al tempo stesso mi ha fatto faticare non poco a selezionare i dieci titoli necessari per la compilazione della classifica finale.

Dato il blocco dello scrittore che in questi giorni mi attanaglia, il poco a tempo a disposizione, la crisi economica mondiale, ma anche la volontà di allungare un pò la suspance, quest'anno spezzo la top ten in due parti.

Ecco la prima.



10. Assjack, omonimo (
qui la recensione)

Magari è solo per il malsano affetto che mi lega a Hank Williams III che acciuffo questo disco per i capelli e lo faccio rientrare nella classifica dei migliori dell'anno. Però a conti fatti il debutto degli Assjack è il ciddì di metal del 2009 che ho ascoltato maggiormente, poi il concerto di Lucerna ha imprimesso queste canzoni a fuoco nella mia testa. Cocaine the white devil, Tennesse driver e Redneck ride hanno brutalità da vendere, ma è tutto il progetto della cricca bastarda di Hank 3rd a convincere.



09. Steve Earle, Townes (
qui una breve recensione)



Altro mio raccomandato di ferro, Steve Earle ha fatto un disco che a mio avviso diventerà un long seller. Nel mio personalissimo caso l'album ha avuto una lentissima sedimentazione. Uscito a maggio, ha raggiunto il suo apice di gradimento intorno alla fine di novembre. Come noto, l'opera è un tributo all'amico Townes Van Zandt,scomparso ormai da dodici anni, che è stato uno straordinario cantore dell'america disperata e border line, nonchè compagno di strada e di vizi di Steve.

Townes è anche il più grande successo commerciale di Earle da quasi vent'anni a questa parte, ed è suonato con passione, rispetto per gli originali, ma anche classe . Un disco da assaporare senza fretta, mentre si ricordano i bei tempi andati. E anche quelli brutti.



08. Neffa, Sognando Contromano (
qui la recensione)



Ha talento Giovanni Pellini, e ne ha tanto, secondo me. Sognando contromano parte alla grande, con due brani ispiratissimi, Distante e Lontano dal tuo sole, che fanno toccare il cielo del rhythm and blues di Neffa con un dito. L'apice del disco è lì, all'inizio, Giovanni se lo gioca subito. Dopo è inevitabile un pò di calo. La media dell'album resta comunque più alta della sbobba italiana che ci propinano quotidianamente.


07. Cò Sang, Vita bona (
qui la recensione)


Nell'anno domini 2009 il miglior rap prodotto nello stivale, a mio avviso è quello di 'Ntò e O'Luchè. Ispirati,implacabili, con tanta attitudine sincera, non costruita a tavolino.
Se c'è una ghetto music italiana onesta e in qualche modo paragonabile a quella dei padri americani, beh, deve per forza essere quella dei napoletani Cò Sang.


06. Ministri, Tempi bui (
qui la recensione)



La prima cinquina dei migliori si chiude con un altro disco italiano, ed è un titolo che ha fatto il botto. Devono probabilmente affinare ancora qualcosa a livello di testi e originalità, i milanesi Ministri, ma chi se ne fotte. Sono solo al secondo album ma mostrano di che pasta sono fatti. Impegno sociale, ironia e rock and roll. Un tour interminabile durato quasi un anno intero. Ritornelli che sono già anthem. Molte delle nostre speranze per un futuro dignitoso del rock in Italia sono riposte sulle loro spalle.


> continua

2 commenti:

Gemelle a rotelle ha detto...

Ministri? Ma che saranno MAI i Ministri confrontati con i Teatro degli Orrori??!?!?!?!?!?!?!?!??!?!?!?
E non parliamo di Neffa...

Filo ha detto...

Hey, Gemelle: lasciamo stare i Minstri, ne'!
Che altrimenti mi scateno come un tifoso invasato...