lunedì 7 dicembre 2009

L'importante è (non) parlarne

A vedere Silvio Berlusconi sulle copertine delle riviste ci abbiamo fatto il callo da anni, ormai. L'Espresso, Panorama, Internazionale, ma anche Oggi, Chi, Gente, da quando c'è Lui hanno risolto i loro problemi di ricerca di una prima pagina diversa a settimana.
Che il suo faccione spunti fuori però anche sull'edizione italiana della rivista musicale più nota al mondo, sopra la scritta "Rockstar dell'anno", per di più iconografato da Shepard Frey, che aveva realizzato la famosa immagine per Obama, è davvero troppo.

Non escludo che la mia incazzatura sia, oltre che ideologica, anche personale, dovuta al fatto di averlo tra le mani questo giornale, visto che qualcuno me ne ha regalato un'annata in abbonamento postale. E che quando me lo sono trovato sul tavolo della cucina, tornando a casa dal lavoro, mi è venuto un colpo. Una crisi di rifiuto totale. Il primo istinto è stato di buttarlo ancora incellophanato. Poi mi sono fatto forza, l'ho aperto e l'ho sfogliato.

I contenuti mi hanno fatto incazzare ancora di più della copertina. Una serie di brevi articoli, tra gli altri di Vincenzo Cerami e Silvia Ballestra (la cronista dell'Unità querelata dal cavaliere), che, con pesante sarcasmo, ironia ma anche lucidità, ricostruiscono gli eventi della vita del premier, di fatto riducendolo ad una pericolosa macchietta. Degli ottimi pezzi di denuncia sociale.

Ma allora io mi chiedo: se fino ad oggi mr. B ha basato le sue fortune sull'immagine, sulla comunicazione, invece che sui ragionamenti e le analisi, e tu, Rolling Stone, lo sbatti in copertina (che è la parte della rivista che vedono tutti, lettori e passanti) con un lavoro di immagini che rimanda subito ad Obama (quindi una percezione positiva), mentre all'interno del giornale (parte che leggono solo pochi) lo sputtani per benino, da brava rivista proto-liberal, stai facendo un'operazione intelligente o, ammesso che i tuoi intenti fossero diversi, un clamoroso autogol?

Altro che provocazione, dai retta a me. Questa è una marchetta. Questa è una campagna di pubblicità mirata esclusivamente a far parlare un pò i media del giornale e a vendere qualche copia in più (spero poche).

E non ci sarebbe niente di male, per carità. Basta che poi non ci venite a fare pippotti morali sul cavaliere nero. Insomma, è con iniziative come la vostra che la sua popolarità è cresiuta e si è affermata, non ditemi che non lo sapevate.

Ad ogni buon conto, visto il successo dell'operazione, almeno a livello di discussione mediatica, vi suggerisco qualche altro soggetto da mettere in copertina da inserire nel filone "provocazione intelligente" per prossimi, intelligentissimi, numeri: Bettino Craxi in stile Andy Warhol, Mussolini come lo farebbe Keith Haring, Pacciani tipo finestra a mosaico di chiesa, Borghezio in una rappresentazione di Cattelan.
Wow, immaginate che botto fareste.
Dài, siete troooppo avanti.



3 commenti:

jumbolo ha detto...

la Ballestra è cronista de L'Unità? non sapevo.
la conosci come scrittrice?

Anonimo ha detto...

Il solo fatto che tu abbia usato il tuo tempo per scrivere questo post indica che beh, i redattori di RS avevano visto giusto...L'importante in un'ottica commerciale è che se ne parli, no? E poi, che razza di provocazione sarebbe? Silvio ormai è come Topolino, è come la Barbie e Godzilla, il Babbo Natale della cocacola: un'icona, nel bene e nel male.
Lisa

cosmic kid ha detto...

c'ho pensato anch'io lisa, ma alla
fine ho deciso che il tempo per indignarsi
non è mai sprecato, quindi fanculo
(a RS, mica a te).

hai ragione ale, avrei dovuto scrivere
collaboratrice, non cronista.
semmai dovesse leggermi, mi scuso
con l'interessata.
d'altro canto sono sempre l'ed wood
della parola...