sabato 20 giugno 2009

A day in the life, 3 (on writing)


Considerato che la mia attività mi tiene fuori casa quella dozzina di orette al giorno, e che la sera sarebbe delittuoso sottrarre ulteriore tempo alla famiglia per smanettare sul computer, ho scelto da tempo di alzarmi prima del dovuto per leggere i blog degli amici e per aggiornare il mio.

Dunque le cose stanno così. Sveglia alle 6:30 circa, mentre bevo il caffelatte apro uno a uno i miei preferiti, poi a colazione terminata passo a scrivere su BOS.

Quasi mai ho una brutta copia da correggere e pubblicare, a volte ho un argomento in mente e magari anche un incipit, una traccia su come strutturare il pezzo , ma il più delle volte mi alzo e non ho la più pallida idea su cosa scriverò, improvviso dalla lettura dei quotidiani, dai blog degli amici, dalla musica che sto ascoltando o dal mio stato d'animo corrente.

Il mio time limit sono le 7:15, perchè poi devo lavarmi, svegliare il resto della famiglia, e preparare Stefano per l'asilo.
Se riesco a terminare entro quell'ora tutto okay, altrimenti, dato che ho applicato a questo mio spazio personale le teorie Ed Wood (buona la prima e non si butta niente), non rimando la pubblicazione ma accelero il processo di scrittura, a volte senza neanche rileggere, spesso sulla tazza del cesso (è per questo che alcune mie cose fanno cagare!) per le ultime correzioni.

Capita di rileggere i post creati seguendo questo metodo e pensare accidenti, ho dimenticato di scrivere questo, oppure dannazione, avevo in mente anche quello , e ancora, cazzo ma l'hai scritto proprio col culo sto pezzo, ma ho scelto di vivere il mio web log in questo modo e tutto sommato mi piace così, se stessi a soppesare, rileggere e levigare scriverei un articolo a settimana ad andare bene.

Certo, a volte butto via buone intuizioni per la frenesia di postarle, ma di contro sono soddisfatto di essere in grado di scrivere (bene o male, s'intende) di temi che mi appassionano con una certa scioltezza (non nello stile, ma nella formazione del pensiero e di conseguenza dell'azione) e continuità.

Questo mi riesce, da qualche tempo invece sto tentando maldestramente di scrivere altro, ma lì non si può nè bluffare nè improvvisare e quindi arranco vistosamente.

P.S. MI PIACEVA QUANDO ALE, TEMPO FA, CONCLUDEVA I SUOI ARTICOLI SEGNALANDO COSA ASCOLTAVA IN SOTTOFONDO MENTRE SCRIVEVA. DA OGGI OGNI TANTO LO FACCIO ANCH'IO.
Written under the influence of: Social Distortion, Omonimo 1990

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Io proverei così: al posto di scrivere articoli scriverei brevi racconti, schizzi dell'avvenimento che più mi ha colpito quel giorno. Non più di una pagina. Una descrizione fisica, un movimento, la trascrizione di un dialogo significativo. E cercherei di fare in modo di pubblicarne almeno tre per settimana. Almeno, dico.
Ciao,
Celina

Filo ha detto...

ne avevamo già parlato di questa tua frequentazione matutina dei forum e blog.
Ed è una cosa che mi piace un casino.
Ti ci vedo proprio, nel silenzio della casa, con il caffè fumante e il pc portatile.

monty ha detto...

Quello che suggerisci tu Celina,
non sarebbe più il mio blog.
E' un ottimo metodo, intendiamoci,
e magari potrei applicare il tuo
consiglio per i post più particolari, riflessivi e slegati
dalla cronaca.
Però io sono proprio come appaio
dai miei scritti, un pò maldestro,
poco organizzato e spesso confusionario.
Sulle cose più articolate ci sto lavorando,
magari prima o poi posterò qualcosa, anche se sono molto
personali e faccio fatica a condividerle.
Grazie del contributo, comunque.
;-)

Filo :-)

Anonimo ha detto...

ci piaci così : )
sulla tazza del cesso a corregger ele bozze, e se ogni tanto bestemmi tantop meglio.
: ))
Mau