mercoledì 20 agosto 2008

Sunday, monday, happy days

Ho imparato che l'estate, per la stampa britannica, è la silly season, la stagione cioè delle notizie frivole, inutili, impalpabili, che ascendono però fino alle prime pagine, data la voglia di svago dei lettori (non certo la penuria di news serie, visto l'andazzo).

Sotto questa voce va sicuramente elencata la notiziona data ieri da qualche quotidiano italiano riguardo la storica sit-com Happy Days: Milwakee (patria virtuale del telefilm, che fu girato quasi completamente in interni) celebrerà la serie di culto con una statua ad Arthur Fonzarelli, con tanto di show al quale saranno presenti tutti i protagonisti, eccetto Howard, troppo impegnato a girare qualche film dal mega budget.

E vabbeh, non è la prima volta che l'America fa parlare di se per iniziative di questo tipo. A corredo dell'articolo però facevano bella mostra commenti nostalgici di politici (Capezzone!) e vip vari che enfatizzavano il ricordo degli anni in cui la rai mandava Happy Days e di come sono cresciuti al suono di Rock around the clock mitizzando gli USA(questo spiega molte cose, ma lasciamo correre).

Io ricordo che ero in quinta elementare, ed in effetti, si era in piena happydaysmania. Personalmente non ero un fan della trasmissione, visto che andava in onda in contemporanea con Atlas Ufo Robot, verso il quale provavo una vera passione.
Molti compagni di classe però andavano effettivamente in visibilio con le gesta dei Cunningham & Co, e uno di loro, Diego, si era talmente identificato con il Fonzie, da risponedere sempre, non solo a noi, ma anche alla maestra, con entrambi i pollici alzati e il classico "heyyyy!!!".
Questo fino a quando l'insegnate, letteralmente esasperata, non decideva di fare una nota collettiva in cui invitava le famiglie ad impedire (giuro!) la visione di Happy Days ai bambini, per i comportamenti che ne derivavano sui fanciulli.

Non vi dico la reazione esterefatta di mio padre, nel leggere la nota, ho dovuto spiegargli io (a lui comunistaccio anti americano) di che cosa si trattasse dichiarando ruffianamente tutto il mio disgusto per quel prodotto yankee, e potendo così continuare a coltivare la mia passione per i robot giapponesi.

Passato quel periodo, e considerate tutte le repliche proposte dalle varie tv, qualche puntata di Happy Days l'ho anche vista, ma ormai ero, per così dire, vaccinato dalla sua influenza. Vuoi mettere con il Jeeg Robot d'acciaio?!?
No, dico!

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