Patrick Kenzie (Casey Affleck) è un ex-tossico che fa l'investigatore privato. Col tempo ha costruito una massiccia rete di rapporti con le persone che popolano i bassifondi di Boston, ed è proprio per questa sua profonda conoscenza del posto, che viene ingaggiato per cercare Amanda, una bambina di quattro anni scomparsa.
Delle indagini ufficiali di polizia sono invece incaricati due agenti, Remy Bressant (Ed Harris) e Nick Poole (John Ashton), al servizio del capo della polizia locale Jack Doole (Morgan Freeman), la cui figlia dodicenne era stata brutalmente assassinata anni prima.
Le ricerche si concentrano sulla madre tossica di Amanda, e sui suoi rapporti con un gangster locale, che sembra essere coinvolto nel rapimento per per via dei suoi traffici.
Per il suo esordio alla regia (del 2007), Ben Affleck sceglie la strada di un thriller psicologico, che parte se vogliamo da un canovaccio piuttosto abusato (l'affascinate detective privato, la coppia di sbirri esperti, le indagini nel sottobosco criminale) per poi cambiare registro, e coinvolgere lo spettatore nei colpi di scena e nelle tremende scelte morali che i protagonisti devono fare.
Casey Affleck, fratello del regista, non è esattamente un campionario d'espressioni, e la scelta di affidare a lui il ruolo del protagonista, caratterizzato da rigide convinzioni morali e divorato dai dubbi e dal rimorso, non è stata azzeccatissima .
Meglio sicuramente sono andati Ed Harris, che gigioneggia e Michelle Monaghan, partner di Casey.
Nel complesso un film amaro, non banale, e secondo me piuttosto riuscito, seppur con qualche battuta d'arresto qua e là. Un film che chiaramente obbliga a fare delle scelte di campo. Ad identificarsi con le decisioni dei protagonisti della storia. A interrogarsi su cos'è giusto e cosa sbagliato, e se il fine può giustificare i mezzi.
Delle indagini ufficiali di polizia sono invece incaricati due agenti, Remy Bressant (Ed Harris) e Nick Poole (John Ashton), al servizio del capo della polizia locale Jack Doole (Morgan Freeman), la cui figlia dodicenne era stata brutalmente assassinata anni prima.
Le ricerche si concentrano sulla madre tossica di Amanda, e sui suoi rapporti con un gangster locale, che sembra essere coinvolto nel rapimento per per via dei suoi traffici.
Per il suo esordio alla regia (del 2007), Ben Affleck sceglie la strada di un thriller psicologico, che parte se vogliamo da un canovaccio piuttosto abusato (l'affascinate detective privato, la coppia di sbirri esperti, le indagini nel sottobosco criminale) per poi cambiare registro, e coinvolgere lo spettatore nei colpi di scena e nelle tremende scelte morali che i protagonisti devono fare.
Casey Affleck, fratello del regista, non è esattamente un campionario d'espressioni, e la scelta di affidare a lui il ruolo del protagonista, caratterizzato da rigide convinzioni morali e divorato dai dubbi e dal rimorso, non è stata azzeccatissima .
Meglio sicuramente sono andati Ed Harris, che gigioneggia e Michelle Monaghan, partner di Casey.
Nel complesso un film amaro, non banale, e secondo me piuttosto riuscito, seppur con qualche battuta d'arresto qua e là. Un film che chiaramente obbliga a fare delle scelte di campo. Ad identificarsi con le decisioni dei protagonisti della storia. A interrogarsi su cos'è giusto e cosa sbagliato, e se il fine può giustificare i mezzi.
Nonostante il titolo sbagliatissimo, più da genere sentimentale, che da cupo thriller, un esordio incoraggiante per il premio Oscar Ben Affleck.
1 commento:
A me è piaciuto molto!!
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