lunedì 13 gennaio 2020

I miei migliori dischi del 2019

Quest'anno la faccio davvero breve, risparmiandovi le consuete considerazioni (èunaclassificasoggettova; ormaiascoltopiùrobavecchiachenuova; iverimiglioridell'annolitrovatealtrove; lamusicamodernanonabitaqui; leuscitedel2019probabilmentefiniròdiascoltarlenel2029)e, come Ron Jeremy, vado immediatamente al sodo.
Il duemiladiciannove non è stato affatto male, tant'è che dall'enorme ed umanamente ingestibile turbo-produzione discografica sono riuscito a selezionare un numero di titoli minimamente sufficiente a giustificare una rubrica su cui campeggia l'ambizioso titolo che vedete in cima al post.
I titoli selezionati sono otto (più uno), con un album che si staglia sugli altri e non poteva essere altrimenti, vista la frequenza d'ascolto decisamente d'altri tempi con la quale l'ho fatto girare.
Per gli amanti delle curiosità, è la prima volta da quando c'è il blog che le nuove uscite di Volbeat e Hayes Carll (entrambe buone, anche se con diverse sfumature) non finiscono nei tips dell'anno.



I miei migliori del 2019 (in ordine rigorosamente alfabetico; cliccando sul titolo dell'album sarete indirizzati alla mia recensione; cliccando sulla canzone...alla canzone)





(una canzone: You look good in neon)





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Steve Earle, Guy  (una canzone: Desperados waiting for a train)



più uno:

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Swallow the sun, When a shadow is forced into the light (una canzone: When a shadow is forced into the light)
Questo è un album che, nonostante sia uscito a gennaio 2019, ho scoperto solo nelle ultime settimane, e che quindi non ha il requisito di un giudizio basato sulla longevità dell'ascolto. Però mi ha letteralmente ammaliato e quindi me la rischio e lo inserisco come aggiunta dell'ultimo momento. Spero a breve di riuscire anche a recensirlo.


Album dell'anno

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E anche quest'anno ce lo semo levato dalle palle.


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