martedì 29 novembre 2011

Vite incomplete




Quando si fa un film con o sugli adolescenti si rischia sempre. O di uscirsene con seriosissimi pamphlet storici-sociali o con robe superficialette che trovano ampio spazio su riviste del calibro di Top Girl o Cioè.


Francesco Bruni (carriera da sceneggiatore, qui all'esordio anche come regista) riesce invece ad evitare in scioltezza entrambe le trappole e confeziona un prodotto credibile e divertente. Certo, gran parte del merito va ascritto, e non è certo una novità, a Fabrizio Bentivoglio, mostruoso nella sua recitazione per sottrazione, i suoi stati d'animo prima ancora che con le battute, sono percepiti attraverso la postura, gli sguardi, l'incedere, le espressioni, la comunicazione non verbale. Il suo personaggio è Bruno, ex professore e scrittore che oggi tira avanti con le ripetizioni private e il ruolo di ghost writer per le autobiografie di personaggi famosi. La sua è chiaramente una solitudine rassegnata ma, si intuisce, non meno dolorosa. A frantumare fragorosamente i suoi spazi ed i suoi tempi ci pensa Luca, quindicenne sveglio ma ignorante, di cui Bruno dovrà improvvisamente occuparsi a causa di un evento imprevisto.


Il canovaccio del film è tutto qui, nel mezzo c'è però un modo brillante per raccontarlo, un grande attore, camei divertenti in parte riusciti (Barbora Bobulova è Tina, pornostar arricchita a cui Bruno sta scrivendo la biografia ) in parte meno (Vinicio Marchioni nei panni de Il poeta, boss criminale che cita Pasolini e obbliga la sua cricca a vedere Truffaut, è un pò troppo tirato per i capelli, benchè gustoso). Ben scelto anche Filippo Scicchitano, l'interprete di Luca, ragazzo in un fisico da adulto con ben impressi ancora sul volto i lineamenti da bambino.


Il film alterna bene i momenti divertenti a quelli drammatici, certo non è immune da critiche (ci risparmia la storiella d'amore adolescenziale, ma non quella, abbastanza telefonata, tra Tina e Bruno) ma tra diverse citazioni a Romanzo criminale (la presenza stessa di Marchioni nel ruolo di boss, un dialogo tra Luca e l'amico, il colloquio finale tra Il Poeta e Bentivoglio) e l'invadente musica di Amir, alla fine sono di gran lunga gli elementi positivi ad emergere rispetto a quelli negativi (considerato anche che si tratta di un'opera prima).






Una sintesi all'italiana tra il Grande Lebowski (per l'astrattezza del vivere di Bruno) e Wonder Boys (sul tema giovani talenti invecchiati male).

1 commento:

Iacopo ha detto...

Perfettamente daccordo, sia sulle note positive che su quelle negative!! ;)