mercoledì 9 giugno 2010

The Shield: The Final Act, part 1




La discesa agli inferi dello strike team e del suo indiscusso leader Vic Mackey si chiude dunque qui. Dopo anni di intrighi, bugie, doppi giochi, fallimenti personali e successi professionali, il re e il suo esercito personale sono destituiti.

Ma quando è morto veramente lo spirito della sua squadra d’assalto?

Già alla fine dell’episodio pilota, nel momento in cui Mackey, con la complicità di Shane e all’insaputa del resto del team, ha freddato guardandolo negli occhi l’agente Terry, infiltrato dai federali nella squadra per far emergere le responsabilità criminali di quegli agenti; quando hanno deciso di rapinare un treno pieno di soldi della mafia armena o solo di recente, quando Shane ha ucciso, per paura di essere coinvolto, il compagno Lem incastrato dalla disciplinare?

Ognuna di queste risposta è valida. Oppure nessuna di loro lo è. Forse lo spirito cameratesco di fratellanza che sembrava cementare i quattro è sempre stato solo un alibi, una grande menzogna, dietro ai quali si nascondevano tutte le iniziative illegali che lo strike team compiva.

La certezza è che la testa pensante dietro a tutto è sempre stata quella di Vic Mackey. Era lui che stabiliva il campo da gioco, fissava le regole, era lui arbitro e giocatore. Lo stratega, il tattico e anche l’esecutore. Era lui a trovare le soluzioni ad ogni situazione, anche a quella più intricata. Un grande poliziotto che si muoveva nei peggiori ghetti criminali d’america come un luccio fa nello stagno. Uno che se si poneva un obiettivo, nove su dieci lo portava a termine. Uno che ovviamente non badava ai mezzi che occorrevano per raggiungerlo.

L’estensione naturale di questo concetto lo ha portato in fretta alla convinzione che con i rischi che correva e con tutto il tempo che passava nelle strade, mica era giusto che lo pagassero quella miseria.

Gli spettatori sono dunque avvisati sin dall’inizio sulle caratteritiche del personaggio. Eppure decidono di stare dalla sua parte, di schierarsi.
D’ immedesimarsi con lui.

Shane Vendrell è il suo braccio destro, ha imparato tutto da Mackey. A differenza sua però, è solo un farabutto col distintivo. Uno senza scrupoli e con poco cervello. Se mai ha avuto dei valori, li ha dimenticati presto. Quello che ha imparato nel tempo a fianco di Vic, l’ha assimilato distorcendolo, decontestualizzandolo. Il loro è un rapporto di fratellanza che diventa negli anni tragico, asfissiante, shaksperaiano.


continua

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