mercoledì 16 giugno 2010

Nella Casa del Divertimento


E' magnifico essere in fissa con un disco. Ma i dinosauri lo sanno, non basta ascoltare frequentemente un album per avere diritto ad utilizzare questo slang da ggiovani, bisogna proprio entrarne in simbiosi , averne una dipendenza fisica, succhiarne avidamente la linfa vitale, attendere trepidamente un passaggio, poi un altro e un altro ancora, nutrirsi di ogni singola nota, gemito, vibrazione. Pensateci bene e ditemi quante volte, davvero, siete entrati così in sintonia con un opera musicale. Con mio sommo rammarico, a me capita ormai sempre più di rado, ma quando succede, beh cazzo, torno ad inebriarmi dello stupore fanciullesco delle prime, più sorprendenti, scoperte.

Ed è esattamente questa la spirale nella quale sono precipitato da qualche giorno, da quando cioè, quasi per caso, ho messo su Fun House degli Stooges.

La prima cosa che ho fatto è stato rimpiangere di non averlo ascoltato su vinile. Le tracce in totale sono sette. Le prime quattro erano distribuite sul lato A dell'LP, le altre tre sulla side B. Non era ovviamente una scelta casuale. La separazione dei pezzi aveva un suo perchè, dovevi alzare il culo dal divano, girare il disco sull'HI-FI, resettare quanto avevi fino a quel momento ascoltato e ripartire daccapo.

Si parte con il tosto sound che ha caratterizzato il debutto dei quattro. Down in the street, Loose, T.V. eye sono derivazioni sudicie (blues? rock and roll?) degli Stones, sono schegge infette di anfetamina, roba all'epoca ineticchettabile. La traccia numero quattro, Dirt, è un delirio erotico di quasi otto minuti in cui Iggy (non ancora) Pop ci fa tastare il pacco sotto i pantaloni di pelle (Ooh, I've been hurt And I don't care Ooh / I've been hurt And I don't care / Cause I'm burning inside / I'm just a dreaming this life / And do you feel it? Said do you feel it when you touch me? Said do you feel it when you touch me? There's a fire Well, it's a fire) vestendo i panni di un Jim Morrison strafatto di speedball invece che di acidi. L'album è solo a metà e già abbasterebbe per fregiarsi del titolo di masterpiece. Ma, come si dice, siamo solo all'inizio.

La svolta spiazzante, geniale, arriva d'improvviso, quando offriamo all'ipotetica puntina del giradischi la docile resistenza dei solchi impressi sul lato due del vinile, e più precisamente, al minuto 3.34 del pezzo 1970. Out of my mind on Saturday night / 1970 rollin' in sight / Radio burnin' up above / Beautiful baby, feed my love / All night till I blow away / All night till I blow away / I feel aaaawwwriiiight, I feel aaawwwriiiight provoca l'Iguana prima di lasciare la scena ad un imprevedibile cambio di rotta nel sound. Irrompe nella canzone, nel resto del disco e in questo pezzo di storia del rock, Steve MacKay, di professione sax tenore, che si mette a duettare con la voce sgraziata dell'iguana, in un crescendo di improvvisazioni free jazz che continuano nella successiva title track e che trovano il loro acme nel delizioso, atroce frastuono(cit) strumentale di L.A. Blues.

Basta, non c'è n'è più per nessuno. Il tavolo è sparigliato. Restano inebetiti quanti (all'epoca)sostenevano che i quattro manco sapessero suonare (il che magari era anche vero, ma come al solito si prestava attenzione al dito e non alla luna), non capendo che in quel periodo gli Stooges erano talmente carichi, avevano una tale urgenza comunicativa interfacciata dalla personalità provocatoria e autodistruttiva di Iggy Pop, che era difficile distinguere se la coca la tirassero loro, o se fosse la bamba a farsi ogni tanto una pippata degli Stooges per darsi una botta di vita come si deve.

Pur non avendo convinto critica e pubblico alla sua uscita, il piccolo culto che è nato e si è tramandato dietro a Fun House è tale che, questo album, a quanto ne so, è l'unico ad avere avuto una incredibile, inverosimile special edition composta da 7 cd senza l'aggiunta di alcun inedito, ma solo alternate take delle versioni originali, che, lo ricordo, sono solo sette, per un minutaggio finale di meno di quaranta minuti. Questa edizione, ormai introvabile, è stata condensata in un doppio ciddì, che ho testè provveduto ad ordinare (insieme a Raw Power).

Gli Stooges e Iggy Pop sono anche uno dei gruppi preferiti di Lester Bangs, al quale, si sarà capito, mi sono ispirato per questo delirio mistico.



5 commenti:

sam ha detto...

Ecco, gli Stooges sono un di quei gruppi che è una vita che mi riprometto di approfondire. Devo ammettere che mi hai ingolosito e provvederò al volo appena torno a casa.

Magari non te ne frega, ma la prima vera fissa come la intendi tu io l'ho avuta con Blood Sugar Sex Magik dei Red Hot. Capisco benissimo quel tipo di ascolto e lo condivido, come condivido il fatto che oggi succeda sempre meno frequentemente che un disco sia possibile da spolpare come lo si faceva con i vecchi LP

Bei tempi...

monty ha detto...

E' doveroso da parte tua samu.
E' un investimento di valore,
inversamente proporzionale a quanto
costa in termini economici.
In fin dei conti son tre album
The Stooges, Fun House e Raw Power,
tutti in fascia ultra economica
(il prima l'avevo, ho ordinato FH
edizione doppia a 7,99 e RP a 5,99)
ma vedrai come ti ritroverai a
pensare: "ma allora ste cose le
facevano già 40 anni fa?!?

p.s. ci sarebbe un quarto disco,
the weirdness, della reunion del 2007,
ma è, come dire, prescindibile
p.p.s. recupera qualcosa di lester bangs!

sam ha detto...

Ho una convinzione Angelo: i produttori hanno uno scopo e cioè quello di far suonare i dischi in un certo modo. Ingegneri del suono e compagnia bella sono lì per un motivo e, in quegl'anni, il motivo era il vinile.

Tu che sicuramente (non ti voglio assolutamente dare del vecchio) sei riuscito a vivere il momento del passaggio da vinile a cd saprai sicuramente meglio di me che i dischi degli anni '60/'70 su cd rendono molto ma molto meno perché, diciamocelo, i 'registi' degli album di allora studiavano un suono a solchi e non a laser ottico. Vedi anche la differenza fra stereo nove (la cassettina) e il cd. Mi accorgo che con certi dischi di Young o dei Floyd il cd rende il suono privo di quella densità percepita col vinile.

Oggi è diverso, oggi l'ingegnere registra con la consapevolezza che il disco verrà stampato in due versioni e quindi lo studio è equiparato.

Tutto questo per dire qualcosa che magari hai già intuito io sto per dire: li voglio in vinile. So che li trovi anche alla coop a 5 euro, ma so che valgono molto di più su 33 giri e so anche che sono facili da reperire anche così perché sono stati ristampati tutti e tre in occasione della reunion, appunto, e del 50esimo anniversario del vinile (occasione che ha dato il la alla nuova 'moda' di iniziar di nuovo a stampare cd+vinile per ogni nuovo album, per non parlare appunto delle centinaia di ristampe storiche).

Il problema? 20 euro a vinile :D

Tempo al tempo.

Intanto aperitivo di mp3, mi voglio fare il palato per il dolce.

monty ha detto...

Io da MW ho visto l'LP di Raw Power.
Ad ogni modo nella remota eventualità
tu dovessi lasciare questa valle di
lacrime prima di me, ricodati di
includermi nel testamento, sotto la
voce: lascio la mia collezione di vinili a...

sam ha detto...

Ahahaha... va' che ne ho pochini pochini. se ne ho 35 è dire tanto...

Mi sto rifacendo degli anni perduti poco a poco perché comunque l'hi-fi l'ho preso nel 2008 e gli lp costano sempre un po' più del cd (ecco, di cd ne ho tanti, quasitrecento o più), soprattutto se prime stampe.

Comunque va bene, i cd li ho già promessi tutti, gli lp facciamo così: a te il punk (scocial d, rancid, bad religion...) e il resto alla mia morosa :D