giovedì 3 giugno 2010

It's so easy


L'ultima -terribile- bordata era arrivata un anno fa. Nel marzo 2009, intervistato su una eventuale reunion dei Guns N'Roses con la line-up "classica", Axl Rose aveva detto: "“Suppongo che Duff (McKagan) potrebbe suonare qualcosa da qualche parte, ma per quanto riguarda Slash le possibilità sono pari a zero. In due parole lo considero un cancro che è meglio rimuovere, una cosa da evitare. E meno lo si sente, meglio è”. Ora Slash, forse perché galvanizzato dalla pubblicazione del suo primo ed omonimo album solista, ha replicato con toni pacati. Parlando col "New York Post", l'ex GNR ed attuale Velvet Revolver ha detto: "Preferisco mantenere un po' le distanze visto che so che mi odia. Quindi non credo che ci metteremo alle spalle i problemi del passato. Però credo che, che se dovessimo incrociarci e si riuscisse ad accantonare per un attimo tutta questa animosità che c'è, potremmo benissimo avere una conversazione interessante". E, commentando "Chinese democracy": "E' il perfetto disco di Axl, esattamente quello che mi sarei atteso, vedendo in che direzione andava, dagli ultimi anni del nostro lavoro comune. E' molto heavy. Piuttosto cupo e triste. Axl è un vero fenomeno" (fonte rockol, n.d.r.).



Anche se nel rock business non si può mai dire, dopo aver letto di questo scambio tra i due artisti viene difficile ipotizzare una reunion dei GNR nel breve/medio periodo. I fan nostalgici del periodo d'oro del gruppo possono però di certo consolarsi con il nuovo, omonimo, disco di Slash, che suona per ampia parte, esattamente come suonerebbe un ipotetico nuovo disco dei Guns, se il sound potesse essere convenuto con chi ha i ceri perennamente accesi sotto Appetite for destruction e Use your illusion.


Tutto è dove dovrebbe stare, in questo album. Non c'è una nota fuori posto, è un disco che nasce già talmente classico che di più non si potrebbe. I contributi dei featuring sono il massimo su piazza. Si parte dagli ex soci Izzy Stradlin & Duff McKagan. Poi Ozzy Osbourne, Lemmy, Iggy Pop,Ian Asbury ma anche Chris Cornell (qui convincente) Kid Rock, Dave Grohl,Nick Olivieri, l'esordio per questo genere di una convincente Fergie (forse il miglior succedaneo di Axl...), i Cypress Hill e su tutti, il poco noto al grande pubblico ma già apprezzatissimo dai dinosauri, Myles Kennedy voce degli Alter Bridge, e timbro vocale fantastico per le sonorità rock.


Cos'ho che mi rode allora, cosa c'è che non va? Non l'ho capito bene neanch'io, forse il compitino è troppo levigato, si eccede in ruffianeria, manca il guizzo geniale. Anche se poi, boh,alla fine non c'è niente di male a fare un disco così, ne ad apprezzarlo.
E' il tipico ciddì da macchina, volume a palla e via a mangiare il nastro d'asfalto, poco importa se ad accompagnarti ci sono i paesaggi delle Key West o i monotoni campi verdi che costeggiano la Rivoltana.

Non ha probabilmente senso aspettarsi di più, non stiamo parlando di un'ossessione, Slash non c'ha mica messo quindici anni, per completare il disco, non ha rischiato di finire in manicomio e sicuramente si è anche divertito a suonarlo, quest'album. Per dolore & sofferenza s.p.a. rivolgersi altrove.

1 commento:

Filo ha detto...

mah, come già detto, l'unica pecca che gli si può muovere è quella di essere un po' troppo influenato dall'artista di turno.
La canzone con Ozzy suona un po' come una canzone dei Black Sabbath; la canzone con Kid Rock sembra una canzone di Kid ROck; e via dicendo.
Ma a me l'effetto "compilation" finale non dispiace.
Questione di gusti.