Non molto tempo fa, Bernardo Caprotti, patron di Esselunga e grande finanziatore delle campagne elettorali di Berlusconi, pubblica Falce e Carrello, libro denuncia sui presunti legami tra Coop e diesse, e sulle azioni di protezione del territorio che le giunte rosse metterebbero in atto per assicurare alle Coop una prevalenza sul mercato.
Vincenzo Tassinari, presidente Coop Italia, denuncia Caprotti.
Poco dopo inizia una massiccia e senza precedenti campagna della CGIL contro Esselunga, con manifesti affissi nelle grandi città che denunciano le pessime condizioni di lavoro dei dipendenti dell'azienda di Caprotti (lo slogan era "Esselunga diritti corti").
Ora, la durezza della direzione del personale Esselunga mi era nota, ma la scansione degli eventi, e il tempismo dell'iniziativa sindacale era in effetti un pò sospetta (credo di poterlo dire senza essere sospettato di filoesselunghismo), sembrava un pò una risposta alla chiamata alle armi della Spectra di sinistra.
Poi succede questo inaudito e gravissimo episodio stile anni 50, con una lavoratrice pestata di brutto e umiliata da uno sconosciuto, all'interno degli spogliatoi dell'Esselunga di via Papignano a Milano, perchè aveva denunciato le pesantissime condizioni di lavoro che sono costrette a subire le cassiere (episodio segnalato anche da Ale nel suo blog) e capisco, semmai ne avessi davvero dubitato, di essere ancora dalla parte giusta.
2 commenti:
sì ma minchia... lei ha un certificato medico eh!!!!
porca troia. questi sono fuori...
era noto anche a me ma questa è solo cattiverie stupida dai...
Mau
grazie alla galanteria di maurino
e dei lettori milanesi,
che non mi hanno corretto
l'errore grossolano sul nome della
via
(papiniano e non papignano)
:D
lo sapete, provinciale sugno!
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