Vista finalmente la prima di Californication.
La curiosità era tanta, e non posso dire che sia stata tradita. Non tutti i giorni si vede in televisione un telefilm che inizia, sulle note di You can't always get what you want degli Stones, con un blow job praticato da una suora ad uno sconosciuto davanti all'altare con Gesù Cristo sulla croce. Non per niente il serial è v.m. 18.
David Duchonvy è perfetto per la parte, scrittore da un solo libro di successo e con un irreversibile writer's block, sguardo giusto da sciupafemmine e tutto il resto.
Nella prima puntata già diverse tette al vento, un paio di smorzacandela, il protagonista che si fa (incosapevolmente) una sedicenne (che al momento dell'orgasmo lo prende a cazzotti in faccia).
Le donne lo vogliono (e spesso lo ottengono), ma lui è perdutatamente innamorato della sua ex compagna, dalla quale ha avuto una figlia dodicenne.
Giusti gli ultimi minuti della puntata, che "bilanciano" la storia, che altrimenti rischiava di essere solo una sterile gara a spararla più grossa in tema di sesso . David è solo nella sua casa in preda ad una struggente malinconia. E l'unica parola che riesca a scrivere sul foglio bianco è : cazzo.
1 commento:
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