mercoledì 13 ottobre 2010

It's never too late to mend, i Midlake


Sapete no quella particolare situazione per cui puoi sentire un disco miliardi di volte senza che ti comunichi alcunchè, ma poi, all'ennesimo ascolto, quando ormai avevi rinunciato, improvvisamente tutto diventa chiaro, empatico. Si spalancano le porte della percezione, la meraviglia dilaga irrefrenabile fino ad attanagliarti completamente (il tutto senza l'ausilio di droghe, pensate un pò!).

E' proprio questo il caso di Courage of others dei Midlake, band texana (aridaje!) protagonista (così come i Grizzly Bear e i Fleet Foxes) di questo nuovo, ennesimo new acoustic movement che non so se abbia un nome ufficiale, ma che diciamo ama rimestare nel sound folk/psichedelico di fine sessanta/inizio settanta, sulla scia del movimento di
Haight-Ashbury a Frisco e su quello che tirava fuori gente come Crosby, Still, Nash & Young (il riferimento è inevitabilmente al masterpiece Four way streets).

Avevo bollato questo disco come deprimente e su questo non ritratto, quello che non coglievo però è che la struggente malinconia che lo pervade è una componente nella quale è dolcissimo lasciarsi portare alla deriva, soprattutto nella stagione che stiamo attraversando.

Courage of others è un'opera dominata dagli infiniti intrecci di chitarre acustiche e dalle armonie vocali a strati. C'è anche un'elettrica, ma per sentirla distintamente bisogna attendere fino alla traccia numero nove (The horn).

Capisco che un disco di queste fattezze, ascoltato nel periodo sbagliato può essere letale, ma se siete nel mood giusto, pezzi come Acts of men, Rulers, rulin' all things, Chidren of the grounds o Core of nature saranno l'unica cosa che vorrete ascoltare fino al termine dell'autunno.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Mmmm...Interessante...anche il titolo dell'etichetta...