giovedì 7 ottobre 2010

(Last time) Across the border


Texas Tornados
Esta bueno!
Bismeaux, 2010

I Texas Tornados sono stati in passato forse il più significativo gruppo di tejano mai esistito. Nati alla fine degli ottanta come all-star band, per la levatura in ambito country-rock/roots dei singoli componenti, erano inattivi da quindici anni, principalmente a causa della dipartita dei due componenti più importanti, Doug Sham e Freddie Fender, che ci hanno lasciato rispettivamente nel 1999 e nel 2006.

Il terzo dei quattro membri storici del combo è il fenomenale fisarmonicista Flaco Jimenez, musicista per il quale nutro un'inguaribile dipendenza. L'ultimo è Augie Meyers. Sono loro che hanno reclutato il figlio di Doug Sham (Shawn) e hanno dato alle stampe questo ultimo tributo alla gloria che fu e alla memoria dei due amici scomparsi. Insieme hanno messo insieme vecchie outtakes, pezzi rimasti in canna, qualche brano della carriera solista di Meyers e alcune tracce composte per l'occasione, fino ad arrivare a comporre una tracklist che regge dignitosamente il confronto con le produzioni precedenti.

Dovessi descrivere la musica dei TT direi che di primo acchito sembra di ascoltare la colonna sonora di uno dei tanti locali finto-caratteristici di Cancùn per turisti (in genere gringos) che si sfondano di birra e tequila bum bum al ritmo di canzoni che parlano di senorite e cerveza. Mi rendo conto però che sarei ingeneroso a banalizzare e quindi aggiungo che, posto il gradimento per questo genere, in realtà c'è molto altro, vincolato in gran parte al fascino che esercita la musica di confine tra due mondi opposti.
Merito soprattutto del divino Flaco, la cui fisa è componente vitale nelle composizioni della band come la chitarra di Livio lo è per gli Estere.

Tra i pezzi che più mi hanno convinto segnalo They don't make it like i like, Esta bueno, Ahora yo voy, Another shot of ambition, In heaven there is no beer e la conclusiva Girl going nowhere, cantata da Doug Sham.

Di certo i Texas Tornados non raggiungono la profondità di band più complete e strutturate, come possono ad esempio essere i Los Lobos nella loro fase traditional, ma hanno (avuto) un loro perchè.



2 commenti:

Gemelle a rotelle ha detto...

Ma sai che non li ho ancora ascoltati?:-OOO!

monty ha detto...

Non aspettare che muoia anche flacuccio mio