lunedì 7 aprile 2008

Outing politico (ma anche no)

Tranquilli, che non intendo convincere nessuno, tantopiù che non ci riuscirei.
Quest'anno per la prima volta nella mia vita da elettore voto al centro, facendo avverare la terrifcante profezia di chi sosteneva che "moriremo democristiani".
E pensare che non ho mai dato la preferenza nemmeno ai diesse, passerò dalla confortante croce sulla falce e martello, nelle sue diverse coniugazioni, al banalotto simbolo tricolore del piddì.
Le ragioni sono le stesse che avete ascoltato da politici e conoscenti, e probabilmente non vi hanno finora persuaso, cioè, seppur con rammarico è il prevalere del votare "contro" (Berlusconi) e non "a favore", pur nella consapevolezza delle contraddizioni di questo partito che va dalla Binetti alla Bonino, che vorebbe rappresentare padroni e operai e probabilmente non convince appieno nessuna di queste due categorie, ma che è l'unica coalizione che può battere gli orchi malvagi, se condividiamo che che un governo di questi qui sarebbe devastante.

Riconosco a Veltroni capacità politica nella decisione di presentarsi senza la sinistra, quando in molti pensavano a questa scelta come ad un suicidio, e anche coraggio, nel rischiare di bruciarsi in un'elezione che appare persa in partenza, e dove in genere si mandano al macello le seconde linee (remember Rutelli? e Bob Dole? John Kerry?).
Poi però vengono i difetti: l'ex direttore dell'Unità eccede in narcisismo, è imbarazzante nel suo plasmarsi sul marketing della politica americana ed è quasi inascoltabile in quanto a retorica.
"Si può fare" è uno slogan oggettivamente sbagliato, che traduce male l'azzeccato "Yes, we can" di Obama; il suo voler includere tutti nel partito è diventato una barzelletta e pare che la strepitosa imitazione che Crozza fa di lui, lo abbia mandato su tutte le furie.

D'altro canto avrei fatto fatica anche a votare quello che "eh no, al simbolo non rinunceremo mai", e che oggi si celano dietro ad una scontata bandiera arcobaleno e alla erre moscia sempre più guzzantiana, di Bertinotti, che è irremovibile sempre al suo posto, esattamente come il Silvio nazionale, che non parla più delle 35 ore, perchè oggi i precari grasso che cola se ne fanno 20 e pure in Francia le hanno abrogate.

A mio avviso non sarò l'unico comunista che concederà il voto al PD senza troppa vergogna, in molti, un pò turandosi il naso, ma anche no, riconoscono a Walter Veltroni quella capacità di aggregare che era la forza della seconda chiesa in Italia (parlo del P.C.I., naturalmente).

Chiudo con due citazioni colte della Cosa (il super eroe di pietra dei Fantastici Quattro) , so che Walter apprezzerebbe il suo urlo di battaglia "E' tempo di distruzione!", a me pare più opportuno "Che sviluppo rivoltante..."

3 commenti:

Anonimo ha detto...

io turo il naso a te e tu turi il naso a me.
mau

monty ha detto...

ma sì,
facciamo il ballo del tura-tura!
:D

Filo ha detto...

Bellissimo post, Angelo.
Come sempre, riesci a dare forma ai miei pensieri.
Non avrei potuto descrivere meglio la situazione.
Anche se io non so ancora cosa votare.