giovedì 26 luglio 2007

Piccole tigri crescono

Ci sono dischi (pochi per la verità) che io considero greatest hits di inediti. Intendo dire con questa definizione che sono composti interamente da brani di valore, senza riempitivi o canzoni sbagliate. In questi casi, anche i brani minori si legano alla perfezione con gli altri dando forma all'opera finale.
Ecco, Easy Tiger di Ryan Adams ha queste caratteristiche. Il problema del giovanotto (classe 1974, tredici dischi negli ultimi dieci anni ) è sempre stato l'eccessiva prolicità. Che non dovrebbe essere un problema in effetti, ma quando fai uscire un disco all'anno, due, a volte addirittura tre (di cui uno doppio, nel 2005) io lo vedo più come una difficoltà a scegliere e a concentrarsi su un opera specifica che come espressione di talento.

Ad ogni modo, era dal 2002 con Gold che non mi entusiasmava così un disco del ragazzo di Jacksonville, NC. Perchè mi piacciono i dischi scritti, suonati e cantati come Easy Tiger. Perchè è un abecedario degli stili di Ryan, dal folk, al rock, alla ballata introspettiva. Perchè paga deliziosamente i tributi ai maestri, da Willie Nelson, a Gram Parson, a Townes Van Zandt fino a lambire i Greatful Dead meno psichedelici.
Trentotto minuti, anche la durata è in linea con le mie preferenze di timing di un album (conteggiati, a parte rare eccezioni, tra i quaranta e i cinquanta minuti). Il disco dell'estate, anche se non passerà mai dal Festivalbar.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

che poi tanto sto disco lo piglio, si sa.
rileggevo stamattina in rassegna stampa (le bathroom buscaroo session) la rece di QUEL concertone all'alcatraz.
Zambellini coglie l'occasione per colpire duro il mondo alternativo che vuole il nuovo (fà il nome di una band in particolare, una di quelle che rispettiamo ma non ci filiamo di liscio), lo fa sull'onda elettrica di un set davvero emozionante, compendio della Ns. Musica. Ci sono Hank, gli Stones di brown Sugar, Dylan sbeffeggiato con Mississipi.

C'è del gran rock, punto e basta.

Produce troppo, è vero e ci si perde... Nello specifico dal disco con Willie Nelson io mi aspettavo di più.... e pure da alcune sue cose qua e là.

Però il disco country coi Cardinals è davvero un gioiello.

Avremo temp per riascoltare con calma questa tempesta elettrica, ricordando che se il giuovane i intrippa coi dead siamo fottuti.

me lo vedo carù paolone da gallarate town che recensisce il 118esimo live solo eprchè SOLO LI' c'è QUELLA versione con l'assolo più lungo di 4 battute....

e si gode, "e aculo tutto il resto".

Angel, se tu dici greatest hits di inediti penso ad un solo unico album.
why?

ash wednsday blues, anders osborne.

mau

monty ha detto...

ma c'eri anche tu all'alcatraz nel 2002?

mi fiondo sulla tua dritta finale

Anonimo ha detto...

eh sì eh ; )

che serata... però non c'era il tipo che chiede summero of 69!... : D

la dritta finale è un mio pallino assurdo, pensavi di averti già scassato i cosidetti.
ne scrissi sui goodfella.

un disco assolutamente goodibile.

se mi chiedi com'è...
è robba nostra.... ah per caroo ovviamente 4 palle, per quanto vale caroo....

monty ha detto...

è vero me ne parlasti.
forse non fui fortunato nella ricerca...

Anonimo ha detto...

ieri sera ho goduto come un porco scannato.
sai la serie di film sul blues, no?
quella sul british blues è ECCEZIONALE.
cazzo.

m