giovedì 18 settembre 2025

Due parole sul nuovo corso di Dexter



Dexter debutta come serial nel 2006, ispirato ad un personaggio letterario creato da Jeff Lindsay e, in un'altra era, agli albori della centralità mediatica che acquisiranno le serie tv, si guadagna una notevole attenzione, al pari ad esempio di titoli come Lost o The Shield
Ne ho scritto molto sul blog, credo tendenzialmente di aver coperto tutte le annate (c'è il tag specifico), quindi non mi dilungo sugli alti e bassi di otto stagioni (l'ultima nel 2013) di un titolo che, almeno nelle intenzioni iniziali, era ricco anche di sottotesti in relazione a chi siamo e ai compromessi che facciamo per farci accettare dentro le convenzioni sociali. Gli autori, come spesso accade con i franchise di successo, al termine dell'ultimo episodio dell'ultima stagione che avrebbe dovuto determinare la fine del personaggio,  si lasciano comunque la porta aperta per ogni eventualità di "recupero".
Al contrario Michael C. Hall, l'attore che dà forma a Dexter, decide di volersi affrancare dal character, onde evitare di essere a lui esclusivamente associato (peraltro Hall aveva già girato cinque stagioni di un'altra bella serie, Six feet under)
Pertanto Michael prova a rilanciarsi nel cinema, con risultati dimenticabili (forse le interpretazioni migliori nella collaborazione con il regista Jim Mickle - Cold in July e All'ombra della luna, che peraltro ho recentemente rivisto - ), e nel teatro, si ammala gravemente, guarisce, ed infine, beh, si consegna allo show biz cominciando a pensare al mutuo e ai figli. 

Così, nel 2022 il serial killer dei serial killer torna, con Dexter: New blood, in cui lo troviamo nello stato di New York, in una piccola e nevosa cittadina rurale, a vivere mantenendo un basso profilo, inserito nella locale comunità. Ovviamente il camuffamento non durerà. La conclusione della serie stavolta dovrebbe porre fine definitivamente al personaggio, e invece no, perchè arriva Dexter: Resurrection (in mezzo Original sin, un prequel con le origini del character, cancellato dopo la prima stagione), e se New blood chiedeva tanto allo spettatore in termini di sospensione dell'incredulità (che nell'epoca moderna ci si possa nascondere e cambiare nome come se fossimo negli anni trenta del secolo scorso non sta proprio in piedi), in Resurrection (già rinnovata per una nuova stagione) entriamo proprio nel campo dell'inverosimile eletto a regola, cioè del tipo che proprio non torna un cazzo ma chi se ne fotte. 
Alla fine ce ne fottiamo anche noi, continuiamo a guardarlo perchè è un rito di famiglia e accantoniamo ogni velleità di analisi e verosimiglianza, lasciandoci divertire (2,5/5) da un intrattenimento crime che è assunto a mito televisivo, e come tale attira nel progetto nomi interessanti, quali Uma Thurman, Krysten Ritter, Peter Dinklage e Eric Stonestreet, senza trascurare un cameo di John Lightgow, indimenticabile villain della quarta stagione originale.




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