New York, anni cinquanta. Frank Costello è diventato boss della città dopo che l'amico fraterno Vito Genovese è scappato in Italia per sfuggire all'arresto e gli ha passato l'incarico. Costello governa un regno di pace con politica, magistratura e polizia, grazie ad un solido sistema di corruzione sul "modello Lucky Luciano". Quando Genovese torna dall'esilio non vuole sottostare a questa condizione e, impaziente, riporta sangue e morti nelle strade, preoccupando i capi. Contestualmente Costello, che nel tempo ha lavorato per ripulire la sua immagine pubblica, insiste nel non voler lanciare l'organizzazione nel mercato della droga e anzi vorrebbe uscire dal giro, disponibile a cedere tutto all'amico che però, purtroppo, nel tempo si è fatto paranoico e non crede più alle buone intenzioni dell'antico fratello di strada.
Progetto che pare essere nato addirittura nei settanta, questo biopic sulla mafia americana che si concentra sui noti boss Costello e Genovese, è uscito nelle sale a fari spenti, essenzialmente senza promozione, nonostante la presenza di un De Niro che torna al gangster movie. Lo recupero grazie ad una promozione di Prime sui titoli a pagamento, incoraggiato dalla regia di Barry Levinson (non un fenomeno, ma regista solido, che in quarant'anni di carriera una mezza dozzina di film li ha centrati alla grande), ma al tempo stesso un pò prevenuto appunto per l'anomala assenza di copertura critica (anche sui social). Forse è per quella dinamica psicologica che ti fa rivalutare film da cui non ti aspettavi granchè, ma The Alto Knights non è il disastro che i (pochi) critici ne dicono. Certo, arriva un pò fuori tempo massimo e dopo veri e propri capolavori del genere (serve che scriva i titoli?), però d'altro canto, quella del dualismo tra i due boss è una storia poco raccontata fuori dagli USA, e quindi il fatto che si arrivi "vergini" alla catena di eventi è un elemento a favore del film (tra l'altro, aneddoto del tutto personale, in maniera casuale mi sono trovato nel breve a guardare tre titoli - due film e una serie - che trattano lo stesso argomento, spostando solo il focus nel tempo e tra i protagonisti: The Alto Knights, Hoodlum e Godfather of Harlem).
Tornando in topic, anche sull'interpretazione di De Niro ho pareri discordanti rispetto alla bocciatura delle (poche) recensioni. Posto che sono prevenuto (qui sì) sui film in cui gli attori si sdoppiano in più ruoli, a meno che non si tratti di Peter Sellers, Mike Myers o... Tom Hardy, guardando il film in lingua originale il vecchio mi è piaciuto. L'ho trovato a suo agio nelle due parti, e pazienza se il personaggio di Vito Genovese sembrava forgiato su misura per Joe Pesci e forse per questo Bob sembra un pò ricalcare il suo acting. Mi è piaciuto sicuramente più che nelle interpretazioni recentemente offerte per The Irishman e Killers of the flowers moon, in cui l'ho trovato inspiegabilmente spaesato, tacendo di quelle atroci commedie che hanno lordato il suo cv.
Difetti la pellicola ne ha, ad esempio non è gestito benissimo il raccordo tra finzione e materiale originale d'archivio (non tutti sanno copiare Oliver Stone) e alcune sequenze realizzate dentro i folkloristici, abusati locali per italiani sono telefonate, però il film vive anche di momenti ben realizzati, come il botta e risposta a distanza dell'interrogatorio della commissione a Costello trasmesso in diretta con i commenti davanti alla tv di Genovese e la sua cricca oppure la lunga scena conclusiva con la riunione alla fattoria di Barbera.
Emblematica infine la considerazione messa in bocca a De Niro/Costello: "quando siamo arrivati dall'Italia avevano già ucciso quasi tutti gli indiani, preso l'oro, succhiato tutto il petrolio. A noi erano rimasti solamente americani assetati (si riferisce al proibizionismo, ndr), poliziotti e politici corrotti. Ma ne abbiamo tratto il massimo."
Insomma, una chance a The Alto Knights - I due volti del crimine (3/5 per me) secondo me la si può dare.
su prime video (a pagamento)

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