martedì 14 settembre 2010

A gangster tale



Probabilmente non è molto professionale recensire la seconda parte di un dittico di pellicole senza aver visto la prima, ma sostanzialmente me ne frego, considerato che col mio modo schizofrenico di vedere i film non so se e quando completerò l'opera.

Il nemico pubblico numero uno del titolo è Jacques Mesrine, delinquente francese molto noto negli anni settanta, qui interpretato da Vincent Cassel.
Rapinatore di banche, amante della bella vita e delle belle donne, spietato quando si trattava di aprire il fuoco contro le forze dell'ordine, con un'abilità speciale nei travestimenti, il criminale transalpino è entrato nella storia anche per le sue spettacolari evasioni (quattro) e per il rapporto con i media, che usava precorrendo i tempi come cassa di risonanza per suo mito.

Spaccone, orgoglioso ed egocentrico al punto di andare in bestia se i giornali omettevano di citarlo dopo un'impresa, Mesrine ha vissuto buona parte della sua esistenza tra carceri di massima sicurezza e vita alla macchia, non negandosi comunque mai nessun privilegio e riuscendo anche, durante la detenzione, a scrivere un libro autobiografico.

La narrazione del film illustra le sue imprese e il contesto storico parallelo (il golpe in Cile, le Brigate Rosse in Italia), fino alla deriva di onnipotenza che porterà Jacques a sparare (non prima di averlo massacrato di botte) ad un giornalista (che si salverà miracolosamente) reo di aver pubblicato un feroce articolo su di lui. Sconvolgente l'epilogo, che, essendo cronaca, è di certo la parte più fedele alla realtà di tutta la pellicola. Mesrine viene praticamente giustiziato per strada da un plotone di quattro agenti , senza che gli venga initmato di arrendersi o data la possibilità di consegnarsi. Veramente agghiacciante.

Impossibile non tracciare un parallelo tra la storia di questo malvivente d'oltralpe e il nostro Renato Vallanzasca, parallelo che va dalla tipologia di criminali (belli e dannati) alle produzioni cinematografiche. Se quella di Placido (in uscita) ancora non possiamo giudicarla, almeno possiamo fare una riflessione sulle contestazioni che da sempre hanno accompagnato le iniziative artistiche legate alla vita del bel Renè. Chissà perchè si sono potuti fare da sempre, in Italia e altrove, film o serial tv su criminali di varia natura senza che venisse giù il mondo, mentre quando si parla del bandito della Comasina si scatenano inevitabilmente polemiche moralistiche a non finire.

Comunque, tornando a Nemico pubblico numero uno - L'ora della fuga, la mia valutazione dell'opera è senza dubbio positiva. Al netto del realismo della trasposizione, il film, che omaggia anche i noir francesi dei settanta, mi è parso buono, con un ottimo ritmo, un'interessante ricostruzione del periodo storico e una buona prova di Cassel, seppur alle prese con un ruolo "facile". Ultimo ma non ultimo, mi sono preso una cotta per Ludivine Sagnier, attrice che interpreta l'ultima compagna di Mesrine.

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