Mi piace la melassa nella quale t'invischiano i Boyz II Men, gruppo di black music americano dalle squisite capacità vocali, prodigo di un soul/errenbì melodico, accattivante e commerciale.
Il trio, che ha raggiunto il suo livello massimo di popolarità nella prima metà dei novanta, riusciva a destreggiarsi tra pezzi acappella (per tutti It's so hard to say goodbye to yesterday sul disco d'esordio, Yesterday dei Beatles sul secondo), irresistibili ballatone romantiche (The end of the road è il loro singolo più noto, seguito da I'll make love to you) e qualche pezzo più movimentato, sempre giocato su vorticose armonie vocali (la scoppiettante Motownphilly).
I loro dischi migliori riprendono la tradizione classica del soul americano e sono scevri da contaminazioni hip hop. Paradossalmente, fu proprio lo tsunami del successo dell'hip hop a spazzarli via dalla scena che conta. Da lì in poi più che altro dischi di cover piuttosto prevedibili.
Indeciso tra il consigliarvi Cooleyhigharmony (il debutto) o II (il seguito) mi sono salomonicamente buttato su un raccoltone compensativo (ha dentro anche One Sweet Day, l'hit con Mariah Carey).
Vivamente sconsigliato ai diabetici.
P.S. Ho pensato di allungare l'orizzonte musicale di queste mie segnalazioni, nel tentativo di farne una rubrichetta più o meno fissa.
Nessun commento:
Posta un commento