giovedì 19 febbraio 2009

Una sentenza già scritta

Della rivista Internazionale mi piace leggere sopratutto gli articoli che i reporter stranieri scrivono sul nostro bel paese. Hanno un punto di vista privilegiato e una "distanza" dai fatti che gli conferisce spesso una migliore lucidità d'analisi.
Un paio di numeri fa il settimanale ha ospitato un'inchiesta di Miguel Mora del quotidiano spagnolo El Pais. L'oggetto del lungo articolo era la condanna a tre anni e otto mesi di carcere per la giovane rom che nel maggio 2008, a Ponticelli, era stata arrestata per aver tentato di "rubare" una neonata, all'interno di un'abitazione (ne avevo già parlato qui).

Mora riporta a galla tutti i dubbi e le incertezze sulla ricostruzione dei fatti che hanno portato al quasi linciaggio della ragazza, aggiungendo altri spunti di riflessione, che rivelano pesantissimi intrecci tra politica, camorra e affari in quella zona.
La dinamica del presunto rapimento presenta molti dubbi. Dopo i primi strilli dei media, si è chiarito che non esiste un solo testimone oculare, l'unica che sostiene la tesi del rapimento è la madre della neonata, figlia di un collaboratore dei Sarno, clan camorristico locale, già arrestato per associazione a delinquere e noto per l'abilità ad aggiudicarsi appalti pubblici.

Già nei giorni precedenti al presunto rapimento, il clima intorno al campo nomadi di Ponticelli si era fatto caldo (l'amico Vittorio sul suo
blog aveva postato un volantino del PD locale che sembrava scritto da Borghezio), e si era già verificato qualche attacco alle baracche del campo.
Gli zingari che vivevano lì, tra l'altro, pagavano l'affitto alla camorra per stare tranquilli.

Dopo il rapimento, "la popolazione" ebbe una reazione di una violenza indicibile. Le immagini del rogo del campo nomadi hanno fatto il giro del mondo, in molti paesi hanno parlato di vero e proprio pogrom. E nessuno è stato arrestato per quelle violenze.

Prima di quei fatti di maggio, a febbraio 2008, la giunta comunale aveva deliberato, nell'ambito del piano di recupero urbano di Ponticelli, la costruzione di un progetto faraonico di 85mila mq chiamato Palaponticelli, comprendente una sala concerti, un centro commerciale con tremila posti auto e una piazza.
Costo previsto 200 milioni di euro. Andrea Santoro, consigliere locale di AN, nel denunciare pubblicamente il progetto lo definì "una delle più grosse speculazioni edilizie e commerciali che abbia mai colpito Napoli".
Gli ideatori di questi progetto avevano però due problemi: il terreno era occupato da Nomadi stanziali e i lavori, per non perdere i contributi ministeriali, dovevano partire entro agosto 2008.
A maggio 2008 in quarantott' ore ogni cosa è andata "spontaneamente" a posto. E il giorno stesso in cui la giovane nomade è stata arrestata, sono cominciati i sopralluoghi tecnici per la costruzione del Palaponticelli.

L'autore del servizio, che nell'articolo cita spesso tra le sue fonti la stampa locale e Marco Immarisio del Corriere dellea Sera, approfondisce anche la storia processuale della ragazzina rom, alla quale le udienze non sono nemmeno state tradotte nella sua lingua, e descrive bene il contesto sociale nel quale si è svolta tutta la vicenda. Il titolo dell'articolo è: Una sentenza già scritta.

3 commenti:

jumbolo ha detto...

ti avevo anticipato ieri, ma ti ho citato quale fonte di "ispirazione"
:))

monty ha detto...

mi era sfuggito...
ma tu ce l'hai in pdf?
sarebbe interessante postarlo per
esteso.

jumbolo ha detto...

non ce l'ho e questa settimana non è piu disponibile per l'acquisto.
mi informo da dria