venerdì 26 settembre 2008

Hayes Carll



Non sempre le grandi passioni più travolgenti sono accese da colpi di fulmine, anzi. In effetti quando ci mettono il loro tempo, conquistandoti giorno dopo giorno, è persino più bello.

La faccio breve, visto che sto parlando di un cantante country folk, e non di una bella gnocca. Il nome è Hayes Carll, e il suo Trouble in mind, se continua ad affascinarmi a questo modo, finisce nella top ten del 2008. Il ragazzo sa scrivere canzoni, lo garantisco. Ha il senso della melodia e del ritornello, e a giudicare dal breve, irresistibile, video a fumetti che trovate in basso, anche quello dell'umorismo. Il disco esce per la magnifica Lost Higway, ma Hayes è al suo terzo lavoro (i primi due, ancora da ascoltare erano indipendenti). Nel suo stile personale richiama Gram Parson (drunk poet's dream, it's a shame); Steve Earle ( girl downtown); Bob Dylan ( Bad liver and a broken heart), ma insomma ha personalità e classe ben definite, che emergono in tutto il loro splendore in ogni singola traccia, non c'è un pezzo debole in questo ciddì. Sono consapevole della scarsa attrattiva che il country (alt, rock, folk, based, honky tonky, hillbilly, outlaws) gode tra i pochi che mi leggono, ma provate ad ascoltare la versione che Carll fa dell'abusata I don't wanna grow up di Tom Waits (crooner country?) e magari, fosse anche solo per questo lavoro e non per tutto il genere, potreste cambiare idea. Ho scoperto tra l'altro, che giusto all'apice della mia infatuazione per Trouble in mind, Hayes è in Italia (domani, il 28 e il 29) tra Lecco, Bergamo e a Milano (Casa 139).

Quando si dice il destino.

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