sabato 21 aprile 2007

Spring break

Dopo aver ascoltato qualcosa dall'ultimo disco di Pino Daniele volevo aprire un topico sul forum dei Bravi Ragazzi dal titolo: "artisti che hanno dato molto alla musica ma che dovevano smettere 20 anni fa".
E' tipico di noi dinosauri, in nome delle emozioni provate quando questa gente davvero creava, continuare a dargli chances. Ricordate? Sosteneva qualcosa di simile Hornby a proposito di Stevie Wonder, che è un pò un Pino Daniele in grande.
Sapevo, nel momento in cui ho premuto il tasto play su "rhum e coca" l'ultima - aheem - fatica del Pino nazionale, che non avrei rivissuto le magie dei suoi primi lustri, ma, per la puttana, neanche mi sarei immaginato che potesse cadere così in basso, nell'auto plagio più imbarazzante e banale al mondo. Tra testi e musica si rischia la morte cerebrale.
Per il resto mi sto preparando ad una settimana (provvidenziale) di vacanza e sto ficcando tutto quello che ci può stare nel mio creative da 1 giga, so già che non avrò granchè tempo di ascoltarlo visto che vorrei dedicarmi il più possibile a Stefano che nel resto dell'anno vedo dalle 20:00 in poi, ma che vacanza sarebbe senza una strategia pianificata da ascolto?
In valigia anche Gomorra, di Roberto Saviano e sono pronto per partire. Mi resta da lavare un pò la Clio e controllare gomme e olio.
Ci si vede tra una settimana.

lunedì 16 aprile 2007

Venite a prendermi

Vi ricordate il laser disc?
Era praticamente un cd formato 33 giri e doveva essere il futuro del video home entraitment.
E il mini disc?
Era un dischetto grande come un floppy e doveva sconvolgere il mercato della musica da passeggio. Peccato che si sentisse poco meglio delle cassette. Nonostante una mega marchetta nel film Strange Days, è scomparso da mercato.
Il DAT, il DAT vi torna?
Doveva sostituire le audio cassette, con una qualità molto migliore.
E la battaglia tra i videoregistratori a formato Beta e il VHS?
C'è un momento che ciclicamente torna nella nostra vita da consumatori, in cui i colossi dell'industria decidono che abbiamo bisogno di più qualità - che gentili - e di rinnovare il formato della nostra collezione di dischi e/o film.
I CD e i DVD hanno trovato mercato fertile perchè innovativi, qualitativamente eccellenti (sopratutto i DVD) e perchè sostituivano prodotti brutti (le VHS) o belli ma datati e reperibili (gli amati long-playing). Sembrava una rivoluzione, e forse in parte lo è anche stata, finche non è arrivato internet, l'mp3 e il p2p. Stop. Torniamo all'industria dell'intrattenimento.

Sony (sonoramente bastonata dal fallimento della scelta del Beta e del minidisc) ha lanciato da qualche tempo sul mercato il Blu Ray(dal colore del laser/lettore che si distingue dal canonico rosso) Disc (BD) , prodigio della tecnica video, che promette una qualità senza precedenti, ottimale per i televisori HD. Piccolo particolare, non funziona con i vecchi DVD. I concorrenti, capitanati da Philips, hanno puntato invece sul HD DVD, che migliora l'attuale formato ma continua a supportarlo.
La domanda che mi faccio è: ma chi cazzo ve l'ha chiesto?
Ma davvero pensate che non abbiamo altro a cui pensare che cambiare televisore, lettore e supporti ogni lustro (se non prima)?
Ma chi, dopo aver buttato chili di plastica nera e nastro (i VHS) rifarà la stessa operazione pochi mesi dopo con i DVD?
Ma quanti soldi ci speculate su ste operazioni?
E quanti lavoratori licenzierete se andrà male (e a qualcuno andrà di certo male), invece di pagare in prima persona, spocchiosi genialoidi?
Beh, sappiate che io possiedo ancora un HI-FI vecchia maniera, con il piatto per i long-playing e col lettore CD - udite udite - senza MP3, oltre ovviamente a centinaia di 33 giri e qualche decina di 45 giri.
Ho scorte di viveri per i prossimi 50 anni.
Non mi avrete mai come volete voi.

domenica 15 aprile 2007

Profondo nero

Sono un po’ in ritardo, ma il tempo è quello che è.
Qualche giorno fa su Repubblica una bella inchiesta sul lavoro nero in edilizia. Un giornalista ha fatto per un mese il muratore in nero sotto caporalato a Milano e hinterland.

Dal reclutamento in piazzale Lotto alle cinque, al lavoro in cantiere dalle sette alle diciassette. La prima settimana non è pagata (è di prova!), poi la paga è di 3-4 euro all’ora. Il primo stipendio dopo circa due mesi.
Nessuna sicurezza, nemmeno il casco di protezione e tanto lavoro, finchè non piangi per la stanchezza. Se iti fai male ovviamente niente ospedale, che sennò metti nei guai caporale e cantiere.

I colleghi tutti stranieri, africani, est europei. Ognuno si fa i cazzi suoi, non c’è tempo per socializzare. Nella mezzora di pausa dagli zaini odori e profumi delle schiscette di mezzo modo, dal cous cous alla michetta con la mortadella.

Sono cose che si sanno, mille morti per lavoro all’anno in Italia (di cui cicra un terzo nei cantieri) ma sarebbe aberrante farci l’abitudine.
E’ intervenuto Damiano.
Ieri altri due morti.

Civil War 2




Non si può parlare di sorpresa, visto che ne hanno parlato in modo diffuso molti organi di informazione (persino il televideo!), ma sul numero in edicola di Civil War, l’Uomo Ragno si è tolto la maschera in diretta televisiva.

E’ questo un evento davvero epocale per l’universo Marvel, ancora più incredibile, se vogliamo fare delle similitudini, della morte di Superman di qualche anno fa “per mano” della rivale DC Comics.

Peter Parker, l'uomo dietro la maschera dell'Uomo Ragno, è una persona comune, che vive in condizioni comuni, pochi soldi, l'affitto da pagare, una moglie, amici e parenti. Situazioni consuete. La sua scelta di mantenere segreta l'attività di super eroe era una necessità di protezione verso i suoi cari, altrimenti alla mercè di qualunque squilibrato in circolazione. Ovviamente l'identità segreta era anche uno spunto costante a storie e situazioni narrative, una costante che poteva sempre essere usata per aumentare la tensione delle storie. Gli attuali autori decidono di privarsi per sempre di questo elemento e sarà interessante capire come verrà gestito Parker/Spiderman in futuro.

Ecco, naturalmente la speranza è che la cosa non si risolva poi con una trovata assurda che vanifichi questo straordinario (semi) colpo di scena, chessò: “ era una realtà alternativa…” ; “ è stato tutto un sogno…”

Per ciò che riguarda la trama principale, si accentuano le divisioni tra chi accetta di lavorare per lo Shield e chi invece, rifiutando di registrarsi entra in clandestinità, continuando comunque a cacciare supercattivoni.

Da segnalare all’interno dell’edizione italiana di questa mini serie, anche un’altra mini: l’Imputato, ancora più cruda, violenta e realistica di Civil War. Si racconta della sorta dell’unico sopravvissuto tra i New Mutants (vedi topico precedente). Rimasto senza poteri dopo la deflagrazione, è prima incarcerato in un luogo segreto , e poi trasferito in una prigione comune in mezzo a detenuti che sanno chi è e lo conciano ogni giorno per le feste. C’è una via d’uscita disonorevole, confessione e arruolamento nello Shield, ma lui rifiuta.

Al mese prossimo.

mercoledì 11 aprile 2007

Civil War, Marvel Italia. Miniserie di sette numeri


Ieri, complice un lungo viaggio in intercity da Alassio a Milano, ho riscoperto un mio vecchio amore, i comics Marvel. L’ho fatto con l’inizio di una saga i cui echi mi sono arrivati anche se non compro più un fumetto della casa di Stan Lee da almeno quattro anni.

Civil war è il titolo di questa moderna epopea, realistica (beh, per quanto realistica possa essere una storia di tizi in calzamaglia), violenta, attuale.


L’antefatto: un gruppo di mutanti sfigati (i Nuovi Mutanti) gira un reality basato sulla caccia e la cattura di supercriminali (sapete che in america esiste queso tipo di programmi, american most wanted mi sembra si intitoli), la prima stagione va bene, la seconda è fiacca. Per risollevare le sorti dello show allora i Nuovi Mutanti si buttano su una preda (un bad guy di nome Nitro) più grossa di loro che per difendersi provoca una strage di un migliaio dipersone.


Da qui, in un clima politico già teso per eventi precedenti, viene deciso dal congresso che i supereroi sono pericolosi e che se vogliono continuare ad esercitare devono rinunciare alla loro identità segreta e registrarsi allo SHIELD (la CIA dell’universo marvel). Questo atto provoca divisioni e lacerazioni nella comunità degli heroes, che si confrontano per poi dividersi in fazioni e (verosimilmente) scontrarsi.


Il tutto è reso però molto realisticamente, parolacce, tensioni, violenza. Capitan America che rifiuta di recitare la parte del leader pro governativo e altri come Iron Man e Mr Fantastic dei Fantastici quattro che invece si adeguano alle richieste dello SHIELD e del Presidente sembrano davvero inquadrati in uno scenario reale, commentato e ripreso live dalla CNN.


Il taglio è maturo, adulto. I disegni accurati. I dialoghi taglienti e degni di produzioni cinematografiche (splendido il batti e ribatti di Cap con la Hill, capo dello Shield a bordo del veivolo/base dell’organizzazione) Se lo sviluppo è degno delle premesse questo serie può essere un masterpiece del genere che ridisegna gli schemi dell’universo Marvel.


Da domani in edicola la seconda delle sette parti, fondamentale per il personaggio Spiderman.

State of grace

Era diverso tempo che non riuscivo a godere di buona musica. Non che mancasse il materiale, solo che era un periodo un pò apatico, poca voglia di approfondire, il dito sempre sul tasto skip. Poi, come scrivevo per Civil War, in treno ho accompagnato la lettura dell'ultimo Buscadero a Grinderman, e si sono create quelle perfette condizioni di fruizione del rock che ti fanno tornare ragazzo. Bello il disco di Cave, atmosfere doorsiane per i pezzi più cupi ed esplosioni chitarristiche lungo il percorso. Nick ha per un attimo abbandonato Cohen per tornare alle origini, e male non gli ha fatto.
Sul Busca in questione segnalo una bella intervista a Jesse Malin, ragazzotto americano che consideravo un raccomandato dello show biz e che invece scopro genuino,simpatico e spaccone (afferma di essere stato un grande amico di Joe Strummer e di Joey Ramone, di esserlo di Springsteen, Ryan Adams oltre che essere stato molto intimo con Lucinda Williams alla quale ha dedicato una canzone), cita i Replacements, i Pogues, Springsteen,Gli Stones, i Bad Brains, i Janes Addiction.
Parla parla parla. L'intervista sembra un monologo di Nick Hornby. E allora mi sono ributtato anche sul suo disco che in effetti è intrigante rock and roll senza spunti di originalità ma onesto. Unico appunto, il look di Jesse, sparato anche sulla cover del disco che dà un'immagine alterata, da pop star, dell'artista. Fossi in lui lascerei perdere il gel e i capelli arruffati, e mi concentreri sulla musica.
A conferma del periodo fertile di ascolto, dopo una decina d'anni in cui ha preso polvere ed è stato toccato niente dal laser del lettore, ho ripreso Sempre più vicino dei Casino Royale.
Perchè si estrae dal mazzo un disco che non si è mai ascoltato in due lustri è un mistero, spiegabile solo con il fatto che era il suo momento. A conferma di questo infatti, appena premuto play è stato come se entrassi in simbiosi con ogni singola nota, e sono tornato alla meraviglia e allo stupore preadolescenziale di quando ho scoperto la musica pop rock. Un grande album, che mi ha fatto pensare a quanto fossimo messi bene a metà novanta con la musica italiana: 99 posse, Casino Royale,Afterhours (quegli Afterhours),Marlene Kuntz,i primissimi Modena City Ramblers, e di certo tralascio qualcuno.
Mentre scrivo infine, sto recuperando l'ultimo di Patti Smith (Twelve, di sole cover) e CRX dei Casino Royale, ho ascoltato qualche pezzo dal ritorno dei Waterboys (benaugurante), del nuovo Bright Eyes ( four winds è irish folk!) e sto scoprendo i Lucero. Per chiudere in bellezza, tra un paio di mesi usciranno un nuovo disco eun dvd dal vivo di Springsteen, registrati durante le date a Dublino del Seeger Sessions Tour, e anche se molti pensano che sia un "debito" contrattuale pagato alla Columbia, io non vedo l'ora.