mercoledì 11 aprile 2007

State of grace

Era diverso tempo che non riuscivo a godere di buona musica. Non che mancasse il materiale, solo che era un periodo un pò apatico, poca voglia di approfondire, il dito sempre sul tasto skip. Poi, come scrivevo per Civil War, in treno ho accompagnato la lettura dell'ultimo Buscadero a Grinderman, e si sono create quelle perfette condizioni di fruizione del rock che ti fanno tornare ragazzo. Bello il disco di Cave, atmosfere doorsiane per i pezzi più cupi ed esplosioni chitarristiche lungo il percorso. Nick ha per un attimo abbandonato Cohen per tornare alle origini, e male non gli ha fatto.
Sul Busca in questione segnalo una bella intervista a Jesse Malin, ragazzotto americano che consideravo un raccomandato dello show biz e che invece scopro genuino,simpatico e spaccone (afferma di essere stato un grande amico di Joe Strummer e di Joey Ramone, di esserlo di Springsteen, Ryan Adams oltre che essere stato molto intimo con Lucinda Williams alla quale ha dedicato una canzone), cita i Replacements, i Pogues, Springsteen,Gli Stones, i Bad Brains, i Janes Addiction.
Parla parla parla. L'intervista sembra un monologo di Nick Hornby. E allora mi sono ributtato anche sul suo disco che in effetti è intrigante rock and roll senza spunti di originalità ma onesto. Unico appunto, il look di Jesse, sparato anche sulla cover del disco che dà un'immagine alterata, da pop star, dell'artista. Fossi in lui lascerei perdere il gel e i capelli arruffati, e mi concentreri sulla musica.
A conferma del periodo fertile di ascolto, dopo una decina d'anni in cui ha preso polvere ed è stato toccato niente dal laser del lettore, ho ripreso Sempre più vicino dei Casino Royale.
Perchè si estrae dal mazzo un disco che non si è mai ascoltato in due lustri è un mistero, spiegabile solo con il fatto che era il suo momento. A conferma di questo infatti, appena premuto play è stato come se entrassi in simbiosi con ogni singola nota, e sono tornato alla meraviglia e allo stupore preadolescenziale di quando ho scoperto la musica pop rock. Un grande album, che mi ha fatto pensare a quanto fossimo messi bene a metà novanta con la musica italiana: 99 posse, Casino Royale,Afterhours (quegli Afterhours),Marlene Kuntz,i primissimi Modena City Ramblers, e di certo tralascio qualcuno.
Mentre scrivo infine, sto recuperando l'ultimo di Patti Smith (Twelve, di sole cover) e CRX dei Casino Royale, ho ascoltato qualche pezzo dal ritorno dei Waterboys (benaugurante), del nuovo Bright Eyes ( four winds è irish folk!) e sto scoprendo i Lucero. Per chiudere in bellezza, tra un paio di mesi usciranno un nuovo disco eun dvd dal vivo di Springsteen, registrati durante le date a Dublino del Seeger Sessions Tour, e anche se molti pensano che sia un "debito" contrattuale pagato alla Columbia, io non vedo l'ora.

7 commenti:

drunkside ha detto...

che è sta cosa del ritorno dei Waterboys?

monty ha detto...

è uscito,o sta uscendo, comunque si trova in giro
book of lightninig che segna il
ritorno di ispirazione e sonorità
storiche del gruppo (prova she tried to hold me).
e si parla di un tour europeo!

ma incredibilmente (visti i precedenti)più
waterboysiano dei waterboys
è il nuovo brano di bright eyes (four winds) provalo!

drunkside ha detto...

sui Waterboys mi sono fiondato. E' carino, secondo me il meglio si trova nella seconda metà del disco.

I Bright Eyes in verità mi hanno sempre fatto un po' cagare...

monty ha detto...

anche a me fanno merda i BE,
è per questo che mi hanno stupito.
ascolta sta cazzo di canzone (four winds, non te lo dico più!)
e non fare il sofista...

drunkside ha detto...

domani provo!

jumbolo ha detto...

ma è dal nuovo cassadaga?

monty ha detto...

sì!