L'espressione ingenua e un po' infantile da autentico fan del rock and roll che ha coronato il suo sogno di suonare in una band, Brian Fallon l'ha un po' persa. Gli anni, le (probabili) tensioni, le responsabilità di essere leader e frontman dei Gaslight Anthem sono sfociate in qualche disillusione in più rispetto alla genuina felicità degli esordi, straripante al concerto di Milano e nell'ospitata da Springsteen sul palco di Hyde Park a Londra nel 2009.
Quello che invece il tempo non ha minimamente scalfito è la capacita di Fallon di scrivere ottime composizioni rock da tre minuti, alternate da ballate essenziali ma toccanti.
Ne è ennesima dimostrazione questo Painkillers, che arriva dopo una decina di anni e cinque album (oltre ad altrettanti EP) con gli Anthems e che, diversamente da quanto accadeva con il side project The Horrible Crowes, rivelatore della parte più introspettiva dell'artista, non si muove molto dall'ormai radicato stile compositivo della band d'origine.
Già dalla partenza di Wonderful life riconosciamo infatti la stessa fucina che ha forgiato Handwritten: melodie accattivanti, suoni ariosi e quei coretti "ohohoh" che in altri contesti sarebbero irritanti e che invece qui appaiono perfettamente complementari.
Ma il gusto per le armonie e per i ganci d'effetto avvolge tutti i quaranta minuti del lavoro, trovando nelle suggestioni della title track, nell'affascinante semplicità di Among other foolish things e Smoke, nel malinconico midtempo di Nobody wins e nelle toccanti Steve McQueen e Honey magnolia i suoi acme creativi.
Le conclusive Mojo hand e Open all night (nessun legame con lo Springsteen di Nebraska) muovono invece qualche passo in campi da gioco attigui ma differenti, aprendo potenzialmente nuovi orizzonti musicali, grazie al loro incedere leggero e ad un certo retrogusto country.
Staremo a vedere quanto durerà questa iato dai Gaslight Anthem, ma in ogni caso, per quanto di buono fin qui dimostrato e per le ulteriori conferme emerse da Painkillers, la perdita dell'innocenza non ha precluso a Brian Fallon il suo posto d'onore negli ultimi true believers del rock and roll.
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