lunedì 22 agosto 2011

Best thing





Nell'anno di grazia 2011 mi mancava il disco nu soul che mi distogliesse dai miei ascolti canonici e mi conquistasse con dolcezza e grinta. Quanto mai opportuno dunque è arrivato "4", l'ultima release di Beyoncè, di cui peraltro non sono mai stato particolare fan (puntualizzo per i maschietti che stanno scuotendo la testa: intendo dal punto di vista artistico), anche perchè di norma bazzico poco il genere e mi ci vuole una sberla ben piazzata per prestargli la dovuta attenzione. L'anno scorso a tirarmela forte sulla faccia è stato The fame monster di Lady GaGa (nel quale guarda un pò era presente Beyoncè per il noto featuring su Telephone), quest'anno è proprio "4" a candidarsi prepotentemente quale guastatore nella mia top ten di fine anno da dinosauro.



L'album sarà anche iper levigato, sarà stato curato nei minimi dettagli dai produttori più cool del momento, l'avranno pure cucito adosso alla star come una seconda pelle, ma diamine che classe! Una voce straordinaria che ti solleva da terra già sulle note di 1+1, il lento che inaugura l'album. I battiti aumentano leggeremente per la successiva I care, che ha un fascino retrò per i suoi coretti alla Supremes, ma sempre dalle parti della ballata siamo. Il primo singolo del disco è Best thing i never had, che pur avendo sonorità tutto sommato sentite già decine volte in questo ambito, non riesce proprio a lasciare indifferenti. I featuring di Kayne West e Andre 3000 degli Outkast fanno una trasfusione di hip hop a Party, la traccia numero cinque, ma lasciano pressochè invariariati il numero di battute che è fin qui impostato su ritmi da candele, essenze profumate e lenzuola di seta. Il disco è infatti tarato su un sound lento/midtempo, che se non fosse banale definirei sexy, sinuoso, languido.


Proseguendo nell'ascolto, Start over e Love on top sono altre concrete dimostrazioni di forza della Knowles che sale e scende le scale musicali senza sforzo apparente, manco avesse le ali. Countdown riesce ad evocare il fascino del doo-wop coniugandolo con il ragamuffin e l'hip hop. Più incasinato a dirsi che (evidentemente, visto che funziona) a farsi. Il pezzo più movimentato, quello da "everibbodi on the dance floor now!" arriva in chiusura di tracklist ed è anche il nuovo singolo, Run the world (Girls).


Che dire? La prima sensazione forte è che "4" non sia costruito per sfornare singoli su singoli che spaccano le charts, ma che abbia una sua precisa forza nella coesione dei brani. La seconda impressione nitida è che Beyoncè abbia raccolto il guanto di sfida delle varie competitors spuntate come funghi negli ultimi anni rilanciandolo là, dove solo chi ha talento osa avventurarsi. La terza elacubrazione è che per "4" si possa finalmente usare la definizione musica soul senza che i grandi del passato di rivoltino nella tomba, diano di vomito nei rehab o gli vada di traverso il goccetto della sera, ovunque essi siano.

2 commenti:

jumbolo ha detto...

penso di non essere mai stato in disaccordo con te come stavolta. ho rispolverato il disco che avevo accantonato per non seppellirlo di insulti, e nel frattempo, ai miei orecchi non mi è parso migliorato di una virgola. però va bene così, ci tenevo a dirtelo :)

monty ha detto...

La tua opinione è sempre gradita
da queste parti
:-)