martedì 13 maggio 2008

L'educazione sportiva dei figli


In questa settimana di cattivi pensieri sull'Inter, in cui mi sto domandando se è davvero il caso di crescere un figlio nerazzurro, mi vengono in mente un paio di storie dal comune denominatore (la passione calcistica da padre a figlio), ma dalla opposta conclusione.


Il primo aneddoto riguarda un personaggio noto: Claudio Amendola. Lui romanista, la compagna Francesca Neri laziale. Il figlio Rocco cresce come spesso accade per i maschietti molto attaccato alla madre, che cerca di portarlo sulla sua sponda calcistica. Lui, il papà, arranca. Si arriva ai 4-5 anni del piccolo e la situazione non si è ancora sbloccata, ma rischia di farlo a favore della Neri. Amendola allora mette in atto un piano subdolo e abietto.

Approfittando dell'assenza di Rocco(e ovviamente della Neri), nasconde fuori di casa tutti i suoi giocattoli. Il bambino torna a casa, si accorge della mancanza dei suoi ninnoli, è disperato. Entra il scena il Claudione. Gli dice "non te preoccupà, appapà, lo so chi è stato. Un laziale cattivo. Adesso chiamo i miei amici romanisti e te li faccio recuperare." Detto fatto. Poco dopo arriva l'amico di giallorosso vestito con il sacco dei giochi di Rocco. Missione compiuta e bambino fidelizzato a vita.
Nel raccontarla Amendola oscillava tra l'orgoglio tipicamente italiano per la furbata e, grazieaddio, un pò di vergogna.


L'altra storia è più breve e riguarda invece Gianni, amico napoletano di Monza. Gianni è una persona pacata, riflessiva e mai sopra le righe, ma con una passione smodata per il Napoli. E' uno di quei tifosi con cui non si litiga ed è bello discutere di calcio per ore.

Ha un figlio, Giorgio, che tifa per la Juventus. Quando l'ho saputo gli ho chiesto, come mai un simile tradimento. Mi ha risposto che era stato lui stesso ad indirizzarlo sulla strada dei bianconeri, perchè non poteva vederlo soffrire e macerarsi tutta la vita per una squadra come il Napoli. No, almeno uno in famiglia doveva godere per il calcio.
Questo è vero amore paterno.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

guarda fratè, proprio ieri in ufficio ribadivo per 102esima volta che l'unica cosa che imporrò a mio figlio sarà di non tifare Inter.
Ma giuro eh, l'ho detto ieri.

E' inutile stare a spiegare il perchè.

certo magari mi toccherà portarlo a vedere il Milan o la Juve ma almeno non dovrà vergognarsi di tifare una squadra ridicola come l'Inter.
Mau

drunkside ha detto...

Io a mio figlio darò prima la palla da basket e poi il biberon. Non ci sono cazzi.

Anonimo ha detto...

grande vit! :D
mau

monty ha detto...

la priorità in effetti è che
faccia sport, meglio se uno di squadra.
Poi può tifare quello che gli pare
(eccetto juve e milan, concedetemelo...)

jumbolo ha detto...

il lancio dei sassi dà grandi soddisfazioni

drunkside ha detto...

no global?

Anonimo ha detto...

io spingerò (un po') per uno di squadra e (molto) per un'arte marziale e o qualcosa di simile che comunque educhi il corpo e di conseguenza la mente.
fanno tutti calcio ma a 40 anni son pieni di acciacchi. come mai? perchè non sono educati a rispettare il corpo.
a 50 panza assurda e schiena bloccata e così via.

guardate quelli che fanno karate...

Mau

Anonimo ha detto...

l'arte marziale per eccellenza è il judo. il karate è fuffa. fidatevi.