I Five Finger Death Punch, dopo aver festeggiato i primi dieci anni di attività con il canonico greatest hits (A decade of destruction, del 2017) tornano a pubblicare un album di inediti a tre anni dall'ultimo lavoro. Se per la raccolta il gruppo di Las Vegas aveva parafrasato i Motley Crue e il loro Decade of deacadence, stavolta scherzano coi santi, tirando in ballo i Metallica di And justice for all per il nuovo lavoro And justice for none.
Va chiarito subito che a livello stilistico o qualitativo non c'è nessun rapporto con quel lavoro dei four horsemen. I 5FDP hanno ormai trovato la loro confortante cifra stilistica in questo groove metal estremamente commerciale, buono per far passare una serata di baldoria a qualche ragazzo di buona famiglia americana, che pensa di fare il figo con roba trasgressiva, cattiva e pericolosa.
Peccato che nessuno di questi aggettivi si adatti a descrivere And justice for none.
Parliamo di un album che sarebbe potuto uscire in qualunque momento storico adattandosi a qualunque sottogenere metal, data la sua calcolata prevedibilità: due-tre brani aggressivi, un lento e via così fino alla fine.
Non bastano sequele infinite di fuck e motherfucker per guadagnarsi la giusta attitudine. C'è più aggressività nella peggiore canzone dei Pantera che nella traccia più riuscita (?) di questo disco.
Disco che peraltro, nella sua edizione deluxe recupera l'unico inedito del precedente best of, alla prima posizione della tracklist (il brano è Trouble), così, per rispetto a quegli sprovveduti che avevano comprato entrambi i CD.
E che, a questo punto, un pò se la sono anche cercata.
E dire che ai tempi di American capitalist qualcosa mi avevano anche smosso.
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