giovedì 20 febbraio 2014

80 minuti di Lucinda Williams

A vederla non si direbbe, ma Lucinda Williams (anche se è sempre antipatico mettere in piazza l'età delle donne) ha da poco superato la boa dei sessanta: traguardo che solitamente viene gestito bene dagli artisti maschili, mentre, sia nel cinema che nella musica rock, è sempre stato insidioso per il genere femminile. Non abbiamo la percezione dell'età della Williams non solo per il suo ottimo stato di forma, ma probabilmente anche per il tardivo avvio della storia discografica dell'artista della Louisiana (aveva 35 anni quando la sua carriera è ingranata davvero, con la pubblicazione nel 1988 di un self titled recentemente ristampato).
Una carriera all'insegna di un genere americana molto personale, impregnato di suoni, odori, tempi e sapori del sud degli states, contraddistinto da un'andatura pigra ma audace, sempre dotato di un forte appeal e di una bellezza genuina, non costruita a tavolino. Esattamente come quella della sua autrice.
Siccome a tutt'oggi manca un'antologia ufficiale del lavoro di Lucinda, ho cercato di estrarre dai suoi album più rappresentativi (ho dunque escluso il solo Ramblin' del 1980, composto esclusivamente da cover) quasi una ventina di pezzi, nel tentativo di rendere al meglio la straordinaria carriera di questa artista.


1. Are you alright?
2. It's a long way to the top (if you wanna rock and roll)
3. Car wheels on a gravel road
4. Righteously
5. Drunken angel
6. Born to be loved
7. Real live bleeding fingers on a broken guitar strings
8. Honey bee
9. Out of touch
10. Changed the locks
11.Can't let go
12. Come on
13. Passionate kisses
14. I lost it
15. Crescent City
16. Get right with god
17. Pineola
18. Blessed
19. Joy (from Live @ Fillmore)

4 commenti:

Anonimo ha detto...

non sono molto d'accordo con l'affermazione iniziale sulle rockstar e attrici un pò ageè...Pensa a Meryl Streep o Marianne Faithful o Laurie Anderson. Il problema è che il mercato si rivolge soprattutto ai giovinastri e richiede ancora alle donne di essere solo fresche e giovani, innanzitutto. Tutta una questione commerciale...

monty ha detto...

Mi sembra un dato di fatto che le attrici,rispetto ai colleghi uomini, dopo gli anta facciano più fatica a reinventarsi, non certo per colpa loro ma piuttosto per un certo maschilismo di fondo nello show biz che vuole sempre il suo turnover di carne fresca.

Tu fai degli esempi, ma tolta la Streep, che è una grandiosa eccezione, le altre che citi, nonostante il loro valore, occupano un posto abbastanza marginale nel panorama del music biz mondiale e dunque non ne costituiscono un campione rappresentativo.

Anonimo ha detto...

Ok allora beccati questa: TINA TURNER; e questa: CHER; e questa MADONNA. Basta, così?

monty ha detto...

Cher dal 2001 ad oggi ha pubblicato
solo un disco e recitato in soli 6 film negli ultimi 25 anni; Tina Turner è assente
dal mercato discografico dal 1999. Madonna effettivamente è sempre
tra le balle. Tutte e tre sono strarifatte.
Il che mi aiuta a spiegare meglio il mio punto di vista:
agli uomini è permesso mostrare
le rughe senza pagare pegno, alle
donne molto meno.
Passano loro malgrado dal ruolo di fatalone a quello di aged.
E' una dinamica che si inserisce appieno
sia nell'immagine consumistica della donna imposta dalla
nostra società che in una discriminazione strisciante.