lunedì 7 ottobre 2013

Carcass, Surgical steel


Una band fondamentale, un marchio di fabbrica che ha fatto scuola. Un sound inconfondibile che ha sviluppato autorevolmente il death e ha contribuito a porre le basi del grind (con tutti i distinguo e le sfumature del caso), riuscendo sempre a rimanere fedele alla matrice heavy-metal di provenienza.
I Carcass tornano, a sette anni di distanza dall'ultimo disco pubblicato, che era Swansong del 1996 (anche se personalmente ero fermo al masterpiece Heartwork), con un solo superstite della formazione originale: Bill Steer alla lead guitar, coadiuvato da Jeff Walker alla voce e al basso che del combo è comunque un membro storico (e che, per la cronaca, nel 2004 aveva rilasciato a nome Jeff Walker und Die Fluffers un disco di cover di pezzi country). A completare l'organico Ben Ash alla seconda chitarra e Daniel Wilding alle pelli.

L'album esce per la Nucler Blast, senza grandi proclami pubblicitari al di fuori della scena metal ma (o forse proprio per questo) colpisce come un tuono nella notte. La band inglese più che raccordarsi con i suoi esordi (l'epocale trittico Reek of putrefaction del 1988; Symphonies of sickness del 1989 e Necroticism - Descanting the insalubrious del 1991) ricomincia, a partire dal tema circolare della copertina del cd, laddove era finito Heartwork. Cioè da un metal-grind brutale ma sensato, impreziosito questa volta da coerenti richiami al sound classico della nwobhm. Richiami posti immediatamente in apertura con il breve intro strumentale 1985 (a quanto pare un pattern che Steer aveva inciso quell'anno per poi riporlo in un cassetto). 
Dopo di che si scatena l'inferno, le cui porte sono rappresentate da Trasher's abbattoir, ancora oggi, a distanza di diverse settimane di rotazione intensa su tutti i miei dispositivi di ascolto, il mio pezzo preferito del disco. Gli tiene testa il successivo Cadaver pouch conveyor system, caratterizzato da un giro di chitarra molto eighties che si coniuga alla perfezione con la violenza e l'ottusità tipicamente grind. Le due tracce, insieme, costituiscono un uno-due che nemmeno Tyson dei tempi migliori. 
Non è fuori luogo il suono della chitarra dei Metallica degli esordi, splendidamente evocato in Noncompliance to ASTM F 899 - 12 Standard, altro highlight di un lavoro senza flessioni.
Ad ogni modo, per semplificare il concetto, dalla traccia numero due in avanti, al netto di qualche improvviso rallentamento (come all'interno di A congealed clot of blood ) non c'è più tregua (è illusoria quella che apre Mount of execution, la lunga suite conclusiva) per l'ascoltatore che però, e parlo per me, a differenza di altri lavori nei quali la violenza del suono diventa insostenibile, riesce comunque ad arrivare fino in fondo perchè, e questo a mio giudizio è l'elemento che distingue i grandi dalla manovalanza, i Carcass riescono sempre a conciliare brutalità, melodia e senso compiuto dei composizioni.

Posto che non ritengo 13 dei Black Sabbath un disco metal ma un album rock a tutto tondo, sarà difficile che qualcuno possa rubare a Surgical Steel e ai Carcass l'onorificenza di miglior titolo metal dell'anno. Certamente non lo farà Bottle of smoke.

9/10


1 commento:

Blackswan ha detto...

Tra i miei preferiti nelle mie derive metal.Pensavo avessero chiuso i battenti e invece...