mercoledì 23 ottobre 2013

Movielist #2, 1978/1987

Riprendo da dove avevo lasciato la classifica dei film della vita, ricordando che la scelta cade su un titolo per ogni anno, dalla mia nascita ad oggi.
Con il decennio 1978/1987 entriamo in un periodo nel quale il cinema ho cominciato a viverlo "in diretta", con film che sceglievo di andare a vedere su grande schermo, da solo o con gli amici. Un periodo nel quale il breve contenitore "appuntamento al cinema", trasmesso dalla RAI per conto dell'Anica - Agis, sebbene servisse da riempitivo tra un programma di seconda serata e l'altro, mi spalancava le porte di un mondo cinematografico, imperdibile, bellissimo, vasto e tutto da esplorare. Giuro che ancora oggi, nel vedere alcuni film usciti in quel periodo, mi tornano in mente quei brevi lanci televisivi.

1978
Avessi votato in tempo reale, avrei detto Superman, primo film a grosso budget sui super-eroi (non faceva testo che io leggessi i Marvel e che l'uomo d'acciaio fosse il personaggio di punta della DC). Se avessi invece espresso la preferenza ai tempi delle superiori, quando con Il cacciatore tiravo regolarmente l'una di notte, bestemmiando ad ogni pausa pubblicitaria di Rete4, solo per arrivare alla scena della roulette russa,  non avrei avuto dubbi ad assegnare al film di Cimino la palma di migliore. Oggi, a mente fredda, scarto anche Animal house e dico Fuga di mezzanotte di Alan Parker: agghiacciante spirale sulla disumanizzazione di una persona.

1979
C'è Alien e c'è Manhattan. Non posso proprio esimermi dal votare Apocalypse now, sul quale credo sia superflua ogni sinossi. Vorrei invece spezzare una lancia a favore di uno dei film migliori di Renato Pozzetto (con una Fenech da urlo e un Massimo Ranieri indimenticabile): La patata bollente. In un cinema nostrano che prendeva in considerazione i gay solo per restituire al pubblico caricature ridicole, Steno poneva nientedimeno che il problema della loro accettazione in ambito P.C.I, il (mio) partito della tutela dei più deboli, che però sugli omosessuali era ancora piuttosto indietro. Certo, è una commedia e ha più di un limite, ma quanto ha precorso i tempi!
Come dite? Ho lasciato più spazio ad un escluso rispetto al premiato? Deh, non sono proprio capace...

1980
I Blues Brothers, non ho scelta. E sì che in gioco c'erano robette tipo Shining; Toro scatenato  e Vestito per uccidere...

1981
E' l'anno delle ultime commedie dignitose di Sordi (Il marchese del grillo) e Villaggio (Fracchia la belva umana), mentre in ambito americano lasciano il segno Fuga per la vittoria; Blow out; Un lupo mannaro americano a Londra e 1997 Fuga da New York. Ma io ricordo ancora i cinema (di Milano) che venivano giù con l'esordio di Trosi: Ricomincio da tre.

1982
Blade Runner

1983
Ancora Woody Allen, ma non posso proprio esimermi: Zelig è la genialità al potere.  Giusto per non nascondervi niente, in una sala minuscola del mio paese riuscì anche a vedere, da solo (che gli amici si vergognavano) e comunque tenendo le mani ben in vista, La chiave.

1984
Ribadisco un concetto già espresso: le mie scelte cadono sui film che hanno per me un valore non esclusivamente artistico ma anche, anzi sopratutto, personale. Quelli legati magari ad eventi particolari, significativi o semplicemente a ricordi persistenti. Per questo, nell'anno di uscita di C'era una volta in America (film che per inciso possiedo nell'edizione estesa e che ho visto non so neanche io quante volte: l'ultima di sicuro l'altra sera), la mia preferenza va a Strade di fuoco, lavoro marginale di Walter Hill con Diane Lane, Michael Parè e un diabolico Willem Dafoe, in quanto responsabile della mia folgorazione per la musica rock. Non esagero se affermo che, da questo punto di vista, c'è una mia vita prima di Streets of fire, e una dopo. A prescindere dalla qualità (non eccelsa, lo ammetto) dell'opera.



1985
Ho molto amato quel piccolo progetto che risponde al nome di Fuori orario e mi sono entusiasmato con Ritorno al futuro, ma se con l'amico Patrizio, una decina d'anni dopo, ho comprato e seppellito una bottiglia di Dom Perignon da centomila lire, lo dobbiamo esclusivamente a quel gioiellino che risponde al nome di Fandango.

1986
Daunbailò e Regalo di Natale le sorprese dell'anno. Ma il voto va a Platoon, spartiacque dell'ossessione del Vietnam che tornava prepotentemente nella memoria degli americani attraverso le sale cinematografiche.

1987
Full metal jacket. Ancora Vietnam (ma non solo). Si passa però da Oliver Stone a Kubrick. E, beh. Si vede.

continua...

4 commenti:

Dantès ha detto...

fa un po' impressione, sarà una questione anagrafica ma molte cose di questo post avrei potuto scriverle anch'io... però a vedere La chiave non mi avrebbero fatto entrare :)

monty ha detto...

Mi fa piacere :)

Dalla lista dei tuoi film vedo che ci
separa giusto un anno.
Proprio quello che mi ha
permesso di vedere La Chiave al cinema,probabilmente :D

Anonimo ha detto...

L'avete disotterrato DOM?

monty ha detto...

Eeh... Anche quella è una storia che
prima o poi dovrò decidermi a
raccontare