lunedì 22 febbraio 2010

Untitled

Se volete provare il terrore vero, quello che ti scatena il panico, non ti fa ragionare, ti afferra la gola levandoti il respiro e ti riempe di disperazione, provate a perdere di vista vostro figlio nel caos di una piazza gremita.

E' quello che è successo a noi sabato scorso, mentre stavamo partecipando al festeggiamento del carnevale ambrosiano nel mio paese natale.
Un momento di distrazione e non abbiamo più visto Stefano.

Per alcuni interminabili minuti ( o secondi, è difficile capire quanto tempo sia passato) l'abbiamo cercato, prima con calma e poi con sempre più crescente ansia, mentre tutto intorno era un incubo Kubrickiano di gente in maschera che rideva e si divertiva, con la banda di paese che saturava l'aria suonando i suoi pezzi musicali .

Era come muoversi sottacqua, come vivere l'esperienza non in prima persona ma guardandola dall'alto.
Ci siamo divisi, abbiamo setacciato la piazza avanti e indietro, scostando la folla , ogni bambino in costume sembrava lui, ma poi guardandolo bene non lo era. Eravamo letteralmente paralizzati dalla disperazione.

Alla fine, proprio mentre avevo deciso di cercare qualcuno delle forze dell'ordine, l'ho avvistato, col viso preoccupato, ma tutto sommato tranquillo, componente aggiunto di una famiglia numerosa che l'aveva trovato e lo stava aiutando a recuperare i genitori.

Forse risulterò eccessivamente apprensivo, ma ci sono davvero poche cose nella vita che valgono per intensità una visone come quella, in quel determinato momento. E' stato come morire e rinascere in un secondo.

La mente è subito volata a quelle famiglie disgraziate che i figli non li hanno più visti per davvero, e al dolore lacerante che sono condannate a provare ogni giorno.

Lo so, sono stato un pò pesante. Portate pazienza.

2 commenti:

Filo ha detto...

sensazioni orribili.
l'ho provato anch'io, ma molto più debole, perché eravamo in un supermercato, quindi "circoscritto".
ma orribile lo stesso.

Anonimo ha detto...

camadò.
Mau