Sono almeno due mesi che tento di buttare giù qualcosa su Edoardo Bennato, giacchè dopo aver acquistato ad un prezzo intrigante la sua raccolta tripla Salviamo il salvabile, per un bel pò non ho ascoltato altro. Volevo scrivere dei ricordi che mi risveglia, di quanto fosse follemente anarchico e slegato sia dalla canzone d'autore di sinistra che dal disimpegno del resto del pop italico, di quanto sperimentasse (il suo disco "unplugged" -Rinnegato- ha anticipato di qualche anno la moda dei dischi acustici; fu lui, nell'80 il primo a far uscire due dischi contemporaneamente, il noto Sono solo canzonette e Uffà uffà, uscito invece "a fari spenti"), del valore delle sue canzoni, delle sue metafore, della sua strafottenza, di Affacciati affacciati, una delle più irriverenti canzoni sul Papa mai scritte, del suo modo quasi irritante di cantare , del piano regolatore con progetto di metropolitana per Napoli presente sulla cover di Io che non sono l'imperatore; della sua parabola discendente che sembra inarrestabile.
Tutto questo volevo fare, ma non ci sono riuscito.
2 commenti:
Ho amato molto Bennato.
Mi fa piacere vedere qualcuno che ne parla con tanto trasporto.
uscirono 2 album perchè se avesse fatto quello sulle favole avrebbero detto ancora?!?! ma basta!! pazza pazza!!!
se avesse fatto l'album normale avrebbero detto eran meglio le favole!!!
così ne produsse 2.
e tutto questo prima che i blog arrivassero con la loro caterva di opinioni sullo scibile. : ) già rompevAMO il cazzo, pensa te.
mau
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