martedì 13 marzo 2007

Ry Cooder, My name is Buddy


Prendetevela calma. Mettetelo nel lettore e dategli tutto il tempo che chiede. Questo è un grande disco, il disco del ritorno a casa del maestro. Ry Cooder ha finalmente disfatto i bagagli e si è riappropriato della musica tradizionale americana. L'ha fatto con un disco politico, che parla "dei sindacati, delle lotte della classe lavorativa americana per i propri diritti, è un omaggio a loro, alla ricerca di autonomia e di libertà che le leggi governative, asservite alla proprietà, cercavano di impedire. E' un manifesto personale contro le prevaricazioni." Non lo conoscevo sotto questo aspetto Ry. Lo vedevo come un maestro studente di musica e di chitarra, uno che è sempre alla ricerca di ampliare le sue conoscenze artitiche, dal Mali a Cuba. Invece ha dimostra un'anima progressista, non per niente in questo disco compare anche il grande Pete Seeger, ormai 88enne. In My name is Buddy (non avevo ancora detto il titolo dell'album!) c'è anche una canzone su (contro) Edgard Hoover, subdolo e potentissimo direttore dell'FBI dai primi anni trenta fino ai settanta (di lui si dice che avesse files personali e compromettenti su chiunque, da kennedy al papa, e che era in grado di ricattare qualunque essere vivente. Vi rimando a Ellroy per dettagli), Cooder lo definisce "uno stronzo, un pagliaccio come quelli che stanno al potere da noi in questo momento.Un vigliacco.Gente come Hoover è la rovina della società, basta guardarsi attorno per capire dove stiamo andando."

Il disco è una sorta di concept, attraverso le vicessitudini di Buddy il gatto (con i suoi amici si unisce ai lavoratori, sciopera, viene messo in prigione) Ry Cooder rende omaggio, traghettandola nel futuro e attualizzandola, la lotta di migliaia di sconosciuti che sono incappati nelle maglie della "giustizia" solo per un presente dignitoso e un futuro migliore da lasciare ai propri figli.

E la musica?
Cooder torna a casa, ripeto il concetto. Dopo tanto divagare torna al folk, al blues, alla musica messicana. Come ai tempi dello splendido Paradise and Lunch e di Show time. Partecipano il grande fisarmonicista Flaco Jimenez, Seeger come già scritto e Dyke Van Parks. Solo un brano è strumentale, gli altri sono tutti cantati. Non è musica per tutti, bisogna sentirla e caturare l'attimo. Provateci, non costa niente. Ry Cooder è tornato in città, Red Cat till he dies.


Tracklist
Suitcase in my Hand
Cat and Mouse
Strike!
J. Edgar
Footprints in the Snow
Sundown Town
Green Dog
The Dying Truck Driver
Christmas in Southgate
Hank Williams
Red Cat Till I Die
Three Chords and the Truth
My Name is Buddy
One Cat, One Vote, One Beer
Cardboard Avenue
Farm Girl
There's a Bright Side Somewhere

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