lunedì 28 maggio 2018

Twisted Sister, Come out and play (1985)

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Per la serie: album insignificanti per il mondo ma responsabili della mia formazione musicale, da qualche giorno sto riascoltando Come out and play dei Twisted Sister.
Come out and play esce nel 1985 con l'ambizione di essere il disco della definitiva consacrazione mainstream di un gruppo che aveva raggiunto una buona dose di riconoscibilità dopo un lunga gavetta (l'esordio discografico con Under the blade è del 1982, ma la band si forma nei primissimi settanta) grazie al look di Dee Snider, ma, essendo in piena era video musicali, grazie soprattutto a MTV, che aveva inserito in altissima rotazione  il video di I wanna rock.
La band capisce che è il suo momento: o la va o la spacca. Assolda così Dieter Dierks, produttore dei lanciatissimi Scorpions, e dopo numerose discussioni interne sulla direzione musicale da intraprendere, rilascia un lavoro che rivela tutte le incertezze di orientamento musicale della band, lacerata fra chi voleva orientarsi al pop rock e chi invece intendeva continuare a pestare duro con irriverenza. Di certo è sbagliato, in un disco che comunque nei suoi due terzi è un ottima raccolta di pezzi hard rock radiofonici, lanciare un primo (e unico) singolo come Leader of the pack, cover del gruppo pop femminile The Shangri-Las, dalle sonorità intollerabilmente zuccherose.
Peccato, perchè, dietro una copertina fantastica con un tombino che si può sollevare per permettere a Dee Snider di uscirne,  risentendolo oggi, Come out and play ha delle discrete frecce al suo arco, come la title track (omaggio al film I guerrieri della notte di Walter Hill, di cui nell'introduzione riprende la celebre sequenza in cui lo stronzone tossico chiama, facendo sbattere ritmicamente delle bottigliette di vetro, i Warriors), You want what we got (sorta di We're not gonna take it, part 2), The fire still burns (forse la migliore del disco), Be chrool to your scuel (scanzonato rock and roll omaggio ad Alice Cooper, presente come featuring) o la conclusiva Kill or be killed.
Il disco segna in pratica la fine della vita discografica della band, due anni dopo uscirà infatti Love is for suckers, che di buono ha esclusivamente l'abbinamento titolo - copertina, ma che è un album davvero fiacco e sbagliato. Da lì in avanti la band non registrerà più brani inediti e continuerà a fasi alterne (Snider tenterà la strada solista o con altre band) l'attività live, fino al definitivo scioglimento suggellato dal farewell tour del 2016. 

Insomma, sarà la nostalgia, ma risentendolo oggi, è un disco che gliela ammolla abbastanza.

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