giovedì 31 maggio 2018

La vendetta di un uomo tranquillo (2016)

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Madrid: una rapina in una gioielleria va per il verso storto, i rapinatori si danno alla fuga. Curro, l'autista che dovrebbe portarli in salvo, durante l'inseguimento con la polizia ha un incidente e viene arrestato.
Provincia di Segovia, oggi: in una zona popolare vediamo un uomo entrare in un bar e, col tempo, frequentare i proprietari (la giovane Ana e il fratello Julio) oltre ad un gruppo di avventori. L'uomo, Josè, appare introverso e schivo, ma, nonostante questo, riesce ad entrare in grande sintonia con il gruppo fino ad avere un'avventura con Ana. Solo a questo punto le sue intenzioni saranno svelate.

Per chi non ha visto il film la sinossi dovrebbe fermarsi qui. Peccato che la traduzione italiana del titolo, da sola, vada già oltre, anticipando lo schema del film, a differenza del titolo originale spagnolo, Tarde para la ira (Tardi per la rabbia) che riesce a custodire appieno la dinamica della storia.
A prescindere da ciò, devo dire che la pellicola di Raùl Arèvalo (sceneggiatura e regia) è un gioiellino da non perdere, uno di quei film che per la sua apparente semplicità ti fa smadonnare sul perchè produzioni di questo livello non possano essere girate in Italia.
Partiamo dagli attori: Antonio De La Torre (Josè) offre un'interpretazione per sottrazione semplicemente perfetta, la sua inarrestabile, ossessiva tenacia nel portare a compimento la sua vendetta, cozza meravigliosamente con un comportamento mite e un'indole gentile. Anche nelle esplosioni di violenza più crude (una in particolare) la sua grande capacità è di conservare il profilo del proprio personaggio, senza trasformarsi in Charles Bronson o Liam Neeson.
Ma molto convincenti risultano essere anche Ruth Dìaz (Ana), Luis Callejo (Curro) e Font Garcìa (Julio), a loro agio nei panni di personaggi con facce qualunque, ai margini della società, ma con un forte legame familiare e con la propria identità.
La storia è tesa, regge fino al colpo di scena conclusivo e la fotografia delle periferie spagnole, alternate a quelle della natura selvaggia dell'entroterra, completano le coordinate di un film sospeso fra dramma e tensione.

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