Ho già avuto modo di esprimere il concetto: l'inarrivabile piacere che ogni volta si prova nella lettura dei romanzi di Hap e Leonard non è tanto dovuto ad una matassa particolarmente aggrovigliata della trama (anche ne Il mambo dell'orso si intuisce abbastanza presto il colpevole), ma piuttosto all'indiscusso talento di Lansdale nel fotografare l'America rurale più profonda e occultata ai comuni radar, oltre che, ovviamente, nella sua sagacia nel creare dei dialoghi strepitosi intrisi del tipico senso dell'umorismo tutto del sud, autentico tratto distintivo dell'autore.
In questa terza avventura della coppia, originariamente pubblicata nel 1995, i due amici, detective improvvisati, si spingono fino a Grovetown, East Texas, alla ricerca di una ex fidanzata nera di Hap, scomparsa dopo essersi recata in quella città a sua volta sulle tracce di un improbabile bluesman deceduto a seguito di un arresto degli sceriffi locali.
Peccato che Grovetown sia anche l'ultimo avamposto del razzismo più feroce degli stati del sud, con innumerevoli episodi di violenza inaudita contro i neri perpetrati attraverso il braccio armato di una consolidata e vasta base del Ku Klux Klan.
In questo scenario possono due forestieri, di cui uno nero (e gay), che vanno in giro a fare domande su un'altra forestiera afroamericana scomparsa, pensare di trascorrere giornate tranquille?
Ovviamente no, e la strada che porta alla soluzione della storia sarà la più dolorosa (fin qui) mai percorsa dai due amici.
Che ve lo dico a fare? Questa saga è una garanzia.
5 commenti:
Ma la saga come comincia? cioè: se volessi iniziare, quale titolo mi consiglieresti?
Comincia dal principio: "Una stagione selvaggia". Se vuoi posso passarti il libro della foto che contiene i primi tre capitoli della saga in ordine cronologico
La foto è fortissima...la recensione un po' stitica.
Bello Abominio, eh?
Ci sta.
Posta un commento