mercoledì 22 gennaio 2014

Joaquin Phoenix, I'm still here


Nel 2009, durante la promozione del film Two Lovers, Joaquin Phoenix, già reduce dalle ottime affermazioni di Walk the line (il bio su Johnny Cash); We own the night e Reservation road, annuncia al mondo la sua decisione di ritirarsi dalla recitazione per dedicarsi esclusivamente alla carriera di cantante hip hop. 
Nell'anno di vita che originerà da quella affermazione Phoenix non sarà abbandonato nemmeno per un momento dalle telecamere del regista Casey Affleck con il quale l'attore registra un documentario in stile reality.
Così assistiamo alla spirale di decadenza di Jaquin che ingrassa a vista d'occhio (e già di norma non è che avesse tutto sto fisico), si fa crescere la barba e ahm, sostanzialmente smette di curare l'igiene personale.
Nel tentativo di debuttare come artista rap si fa (faticosamente) ricevere da Sean John Combs (Puff Daddy, P. Diddy...) che lo tratterà con la stessa gentilezza di una merda sotto la suola di una scarpa nuova. Nel privato J.P. viene mostrato come uomo dissoluto e dispotico nei confronti dei suoi due aiutanti tuttofare, quotidianamente umiliati dall'attore. Non mancano le droghe e il sesso: erba a profosione, coca e puttanoni convocati nelle stanze d'hotel nelle quali l'attore vive insieme al suo entourage. 
Il ritratto che emerge è quello che rispecchia i peggiori stereotipi della star hollywoodiana. I giornali di gossip, gli opinionisti televisivi e quelli sulla rete lo fanno a pezzetti molto piccoli, il suo look trasandato diventa una parodia anche da parte dei colleghi (incluso Ben Stiller, che si prende la rivincita per un affronto personale), uno dei due aiutanti, esasperato, si vendica di tante umiliazioni mettendo in pratica l'epiteto metaforico "I shit on your face" e non manca nemmeno la rissa al concerto hip hop che Phoenix tiene in un club di Miami.  Il culmine della sua spirale autodistruttiva è trasmessa in diretta a beneficio di tutti gli states. Avviene nello show di uno sgomento Dave Letterman  (qui con i sottotitoli in italiano) che si trova davanti un Jaquin Phoenix strafatto e intontito che a malapena gli risponde a monosillabe.

Ecco, io vi consiglio di guardare questo folle, stralunato e spiazzante documentario così. Senza cercare informazioni o indizi in rete. Questo è il modo in cui l'ho visto io, traendone sorpresa e godimento. Dopo averlo fatto potete dunque passare a quest'altra ospitata da Letterman, avvenuta l'anno successivo a quella disastrosa che ha fatto il giro del mondo.

In definitiva questo esperimento di Affleck e Phoenix, per quanto non privo di difetti, riesce comunque nell'intento di essere opera globale, di abbracciare cioè cinema, star system, televisione, music biz, internet e media americani attraverso un patchwork a volte greve ma dannatamente plausibile. Da vedere.


7 commenti:

Anonimo ha detto...

Non ho capito se è un vero documentario o mockumentary...

monty ha detto...

Non l'ho specificato di proposito.
Se ti va, guardalo. Poi approfondisci.

Blackswan ha detto...

Non lo perderò.
Per inciso : Two Lovers è un capolavoro inarrivabile.

Anonimo ha detto...

Mmm, non so se mi attira. E poi se Casey Affleck è bravo come regista come lo è a recitare, potrebbe essere davvero spiacevole

Anonimo ha detto...

Ehm... buonasera. Mi rendo conto che è una richiesta insolita, ma il fatto è questo: Dantés è stato così probo da citare la tua recensione de La grande bellezza, ma non così ligio da regalarmi anche il link. Ci ho provato poco poco a cercarlo, ma non jela faccio. Hai voglia e tempo e modo di procurarmelo tu, padrone e titolare del blog? Te ne sari grata. Sennò fa niente, grazie comunque :-)

monty ha detto...

@ anonimo: boh, vedi tu...

@ms il link alla mia rece de La grande bellezza è questo
http://abottleofsmoke.blogspot.it/2013/06/la-grande-bellezza.html

grazie per l'interessamento :)

lafolle ha detto...

l'ho visto
ma non mi è piaciuto. mi è sembrato una versione vorrei ma "proprio non je la faccio" di borat in cadillac!