venerdì 14 maggio 2010

If you want blues


Un disco di solido, compatto e coeso blues elettrico. Dieci brani, nessuna incertezza. Giusto qualche assaggio di psichedelia in Amphetamine Annie poi per il resto un rullo compressore che avanza con il santino di John Lee Hooker sul cruscotto.
Sì, è anche l'album di On the road again, ma il brano, nonostante la sua genialità, rischia di passare in secondo piano, stretto tra l'apertura di Evil woman, l'immortale ritmo alla hoochie coochie man di My crime e World in a jug, che sembra anticipare il modo di suonare blues dei Doors.
Turpentine moan è invece molto vicina alla versione di Sweet home Chicago più nota, e le note conclusive sono affidate allo strumentale Marie Laveau e al talking Fried hockey boogie.


I Canned Heat avevano due voci, quella del singer Bob Hite (anche all'armonica) e del chitarrista Alan Wilson. Non furono molto fortunati, split a ripetizione e la morte per overdose di Wilson hanno negato alla band la carriera che avrebbe meritato.
In un periodo (la fine dei sessanta) in cui il rock-blues era sopratutto appanaggio degli inglesi, Boogie with canned heat ha fatto battere un colpo anche alla terra dove la musica del diavolo è nata.

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