lunedì 25 aprile 2016

Ben Harper and The Innocent Criminals, Call it what it is

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A volte, almeno per il sottoscritto, i giudizi sui dischi vengono condizionati anche dalla voglia che si ha, in quel preciso momento, di ascoltare quel preciso artista. 
Ecco, da questo punto di vista la nuova release di Ben Harper è giunta al momento più opportuno, perchè il desiderio di ascoltare nuovo materiale del musicista californiano era giustappunto molto elevato.
Ero favorevolmente predisposto, dunque? Molto probabilmente sì, ma Harper c'ha messo del suo per incoraggiarmi, rimettendosi insieme  agli storici sodali The Innocent Criminals a nove anni dall'ultima volta e realizzando probabilmente il suo miglior disco full band 
(escludendo quindi le collaborazioni con altri artisti) dai tempi di Diamonds on the inside del 2003 (non il massimo ma la tetralogia di lavori precedenti è inarrivabile).
Call it what it is non sorprende per contenuti stilistici: siamo infatti al cospetto del consueto sfoggio di amore per la buona musica di Harper, che spazia disinvoltamente dal soul al funk al blues al reggae al rock  di matrice rigorosamente vintage. Quello che ritroviamo invece nell'album è il ritorno della migliore ispirazione e da un buon songwriting ad accompagnare le composizioni. 
A molti per esempio non è piaciuta la traccia d'apertura When sex was dirty, che io trovo invece incisiva e accattivante proprio il suo essere rozza e un pò ignorante. Per le stesse ragioni mentre guido vado di headbangin consapevole mentre ascolto Pink ballon, l'unico altro pezzo della raccolta che viaggi su coordinate hard-rock seventies.
Il resto del disco gira su atmosfere più dilatate, che siano convincenti ballate come Deeper and deeper; Dance like fire o Goodbye to you, oppure folk-blues in punta di slide come All that grown o fascinazioni reggae quali Finding our way.
Il punto è che l'insieme delle undici composizioni regge bene l'urto dei ripetuti ascolti e rimette credibilmente in pista un artista che per la verità non si è mai fermato, ma la cui ispirazione serviva probabilmente la spinta del giusto propellente, qui garantito dall'apporto degli Innocent Criminals.

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