martedì 21 luglio 2015

Metallica, Through the never


Da fresco reduce del Sonisphere, il primo sentimento che ho provato guardando Through the never è stato una solenne incazzatura. Vedere l'allestimento tecnologico e certosino dei palchi dei paesi civili dove non si tratta la musica come evento buono solo a riempire i portafogli degli organizzatori e dove ogni ordine di posto consente di assistere in condizioni ottimali allo show, mi ha rimandato in circolo tutto il veleno che quel giorno mi girava in corpo. Partiamo dunque da questo aspetto: i Metallica non hanno più la forza dirompente e brutalizzante che, scusate se è poco, ha rivoltato la musica heavy metal come un calzino quasi un quarto di secolo fa, in compenso è assunta all'olimpo delle band dalle quali ci si aspetta che ad accompagnare la musica vi siano palchi coi controcazzi, fuochi artificiali, bombe a mano e tricchetracche. E i Metallica sono diventati bravissimi a darti tutto questo, un pò come da sempre fanno gli AC/DC.

Parlando del film, che purtroppo ho visto a casa e non al cinema, ho trovato qualche analogia nella sua costruzione con The songs remain the same dei Led Zeppelin, anche in quel caso le immagini di un concerto erano alternate a quelle di una storia. Nella pellicola dei Tallica la storyline è imperniata su di un roadie (Trip, interpretato da Dane DeHaan già Goblin in The Amazing Spiderman) mandato a rifornire un furgone della band rimasto senza benzina e coinvolto in una battaglia apocalittica e sovrannaturale per le strade di una città (che dovrebbe essere Vancouver). 
Le sequenze senza dialoghi delle vicende di Trip ben si alternano al set dei four horseman, spezzandone la monoliticità. La setlist del concerto è molto buona e pesca a piene mani dai classici Ride the lightning (Creeping death, For whom the bell tolls, Ride the lightning); ...And justice for all (One, ...And justice for all); Master of puppets (Battery, Master of puppets, Orion - sui titoli di coda - ); black album (Enter sandman, Nothing else matter, Wherever I may roam). Peccato per un solo estratto da Kill 'em all (Hit the lights) in compenso suonato con il gruppo raccolto in pochi metri, a ricreare la (perduta)dimensione "garage" della band. 
La colonna sonora del film (che è a tutti gli effetti un live) mi sta accompagnando anche dopo la visione della pellicola, a certificare il ritrovato amore per questa grande formazione.

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