giovedì 8 agosto 2013

24, stagione uno


Per uno come me, amante dei serial televisivi (soprattutto) americani, e con una spiccata inclinazione verso il genere d'azione (che racchiude gangster movie, polizieschi, thriller, spionaggio), non essere mai riuscito a vedere un singolo episodio di "24" è un po' una macchia, una lacuna che ciclicamente torna ad angosciarmi.
Certo, avvicinarsi a questa produzione non è uno scherzo, visto che parliamo di un colosso da ventiquattro episodi per stagione, che moltiplicati per otto stagioni, dà un totale di centonovantadue puntate. Alle quali va poi aggiunto un film per il grande schermo, parte integrante della storyline, tra la sesta e la settima annata. Se poi ci mettiamo il carico delle nuove uscite televisive, tutte potenzialmente interessanti, e delle serie che mi hanno fidelizzato, prenotando il mio tempo futuro chissà fino a quando, trovare spazio per recuperare un telefilm ormai concluso diventa un'autentica impresa.

Tutto questo nonostante "24" sia, nel tempo, diventato un ampio fenomeno di pop culture, pietra di paragone per moltissime opere di fiction che hanno come soggetto il terrorismo e i servizi segreti USA, non ultimo il capolavoro Homeland che molti critici hanno definito "the other side of 24".

Per farla breve insomma, a un certo punto ho accantonato  la playlist televisiva che avevo programmato e mi sono persuaso a dare una chance al super agente Keifer Sutherland/Jack Bauer e alle vicende legate al Counter Terrorist Unit (CTU), immaginaria sezione anti-terrorismo di cui è responsabile.
Innanzitutto un po' di storia. La prima stagione di 24 esordisce sugli schermi americani il 6 novembre 2001, a due mesi dal famigerato undici settembre. Non so quanto ci sia stato di casuale e quanto invece di studiato nel proporre ad un pubblico statunitense ancora profondamente scosso dall'attacco alle torri gemelle una serie nella quale viene mostrata un'America perennemente sotto minaccia di potenze straniere che annidano infiltrati ai piani più alti delle strutture militari e di intelligence,  ma di certo la tremenda tempistica rispetto agli eventi di New York hanno rappresentato per questo telefilm un incredibile volano verso successo e longevità, oltre ovviamente ad alimentare negli spettatori un clima di sfiducia e sospetto non certo di ostacolo alle iniziative di guerra che aveva in cantiere Bush.

Lo schema della serie è noto, ogni episodio racconta la singola ora di un'unica giornata: ne deriva quindi che ventiquattro ore corrispondono a ventiquattro episodi complessivi. L'ora narrata nell'episodio, nella realtà, è "compressa" entro quaranta minuti medi di durata del telefilm, con solo i primi e gli ultimi dieci ad essere trasmessi "in tempo reale". L'intuizione è senza dubbio originale ed interessante anche se poi, all'atto pratico, quando sei arrivato magari al terzo mese di visione (seguendo la programmazione originale dei palinsesti) fai un pò fatica a realizzare che gli eventi narrati sono sempre inerenti al day one.

La prima stagione è idealmente divisa in due parti, la prima si conclude con l'episodio 1x13 e copre la prima fase del complotto ai danni del candidato democratico alla presidenza degli States David Palmer (un nero), messo in atto attraverso il rapimento di moglie e figlia di Bauer, che ha ovviamente un ruolo determinante sia nel piano per l'attentato al senatore che nelle motivazioni all'origine dello stesso, mentre nella seconda i villain salgono di livello e cominciano ad intravedersi connivenze con l'establishment americano e infiltrazioni a livello di servizi segreti.

Nel cast, oltre a Sutherland trovano spazio diversi "volti noti" delle fiction USA: tra gli altri Eric Balfour (visto in Six Feet Under); Xander Berkeley (C.S.I., Nikita); Zach Grenier (Law and order, CSI, Numb3rs); Richard Burgi (The sentinel, Desperate Housewifes), oltre a qualche cameo di peso come quello di Lou Diamonds Philips e, soprattutto, di Dennis Hopper.

Si tratta di una produzione che, nonostante il tema trattato voglia essere realistico, vive di dinamiche altamente inverosimili ed improbabili. Vi faccio un esempio tarato sulla mia scala di mancato raggiungimento della sospensione dell'incredulità: nella mia graduatoria di espedienti stantii (ab)usati nel cinema e in televisione, perdita della memoria e miracoloso salvataggio del buono di turno che emerge dal burrone nel quale è precipitata la sua macchina (poi esplosa), sono piazzati in prima e seconda posizione. Ebbene, manco a dirlo, entrambi trovano spazio nella prima stagione di "24". Roba da mandare l'Anne Wilkes di Misery non deve morire a casa degli sceneggiatori a divertirsi un po'.

Scherzi a parte, è chiaro che ventiquattro episodi sono davvero molti da riempire con sceneggiature e dialoghi sempre all'altezza, e infatti, soprattutto nella parte successiva alla tredicesima puntata, il serial vive momenti di evidente stanchezza nei quali sembra di stare paro paro dentro ad una soap (avete presente no, i primi piani sui volti attoniti, tanto perculati da Boris?). Vengono aggiunti personaggi su personaggi totalmente inutili ai fini della narrazione, ed alcuni tra i protagonisti principali sono così fuori registro (su tutti moglie e figlia di Bauer, simpatiche come una colonscopia) da risultare irritanti.

Detto questo, al netto di riempitivi che messi insieme avrebbero potuto portare ad una sforbiciata di almeno cinque-sei episodi, il prodotto offre un buon intrattenimento, con alcuni cliffhanger efficaci ed un colpo di scena conclusivo (la rivelazione dell'identità della talpa) davvero sorprendente. Basta questo a farmi fidelizzare con il serial? Mah, non ne sono convinto. Per il momento, soddisfatta la curiosità e colmata, sebbene parzialmente, la lacuna, accantono Jack Bauer e compagnia bella. Più avanti si vedrà.



3 commenti:

Anonimo ha detto...

Homeland è quello preso da una serie israeliana? Perchè dicevano che era bello, anche se personalmente troverei più interessante l'originale del rifacimento...

monty ha detto...

Sì è quella, l'avevo scritto nella rece della prima stagione.
Comunque se ti conosco bene non
guarderai nessuna delle due... :D

Anonimo ha detto...

No, quella israeliana la guarderei