Un noir rurale, neorealista per certi versi, per come affonda le radici nella realtà di una periferia rurale americana, il Delaware, che per certi versi sembra ancora ferma all'antico e selvaggio west e che trova la sua forza più che nell'intreccio crime (comunque avvincente) nel mostrarci i diversi modi in cui si può amare la propria famiglia disfunzionale. I due attori che interpretano protagonisti principali, Mark Ruffalo, stanco e indolente, e Tom Pelphrey, loser con un piano, fanno a gara di bravura, con il secondo a imporsi su misura sul primo, ma il livello, credimi, è davvero alto, per un serial.
Dietro una grande serie c'è un gran lavoro di scrittura, e in questo caso lo sceneggiatore Brad Ingelsby (Il fuoco della vendetta, Omicidio a Easttown tra gli altri) ci regala due personaggi autenticamente indimenticabili, guidati da sentimenti distruttivi come rimorso e risentimento, che cercano la loro strada verso la redenzione.
Dietro una grande serie c'è un gran lavoro di scrittura, e in questo caso lo sceneggiatore Brad Ingelsby (Il fuoco della vendetta, Omicidio a Easttown tra gli altri) ci regala due personaggi autenticamente indimenticabili, guidati da sentimenti distruttivi come rimorso e risentimento, che cercano la loro strada verso la redenzione.
La serie starebbe in piedi anche evitando i momenti action crime degli ultimi due episodi, ma capisco che la bestia vada sfamata, e va bene anche così. Assieme a Black Rabbit (che magari recensirò), la serie migliore vista quest'anno.

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