lunedì 11 novembre 2024

Manuel Agnelli, Ama il prossimo tuo come te stesso (2022)

A sei anni dall'ultimo album degli Afterhours (Folfiri o Folfox) Manuel Agnelli, assunto nel frattempo, grazie a X Factor, a star nazional popolare, mette per la prima volta la band in pausa e a cinquantasei anni, dopo oltre trentacinque di carriera, pubblica il suo primo lavoro solista. Una scelta attesa ma non banale, posto che gli Afterhours stanno ad un padre padrone (Agnelli, appunto) quanto, per dire, i Nine Inche Nails a Raznor o gli ultimi Cure a Robert Smith. Non siamo pertanto di fronte ad un'esigenza di affrancamento artistico (e il contenuto dell'album, come vedremo lo conferma) ne tantomeno ad una scelta dettata dall'urgenza di veicolare liriche intimamente personali, da questo punto di vista è molto più personale e introspettivo Folfiri o Folfox, che metabolizza il dolore per la malattia e la morte del padre di Manuel.

Ama il prossimo tuo come te stesso (parliamone, di questo titolo...) viene concepito e costruito durante i mesi del lockdown causato dalla pandemia e certamente qualche tossina di questo periodo si avverte, ma Agnelli dimostra che la notorietà di massa non ha intaccato la sua verve artistica totalmente indipendente, piazzando più di una canzone i cui testi sono contraddistinti dall'irriverenza punk e dalla ferocia lirica che i fan degli Afterhours ben conoscono e amano. Parto da qui, dalla sorpresa di due pezzoni come Signorina mani avanti e Proci, che fungono da repellente (soprattutto il secondo) per ascoltatori occasionali che cercano dal "giudice del talent di successo" melodie facili e parole accattivanti e viceversa da raccordo con quanti (here I am), con gli Afterhours hanno vissuto anni totalizzanti.

Poi certo, essendo nato "in cattività", si capisce come la gestazione dell'album sia stata solitaria, al pianoforte, e alcune tracce tali siano rimaste: sarebbe stato sanguinoso stratificarle con inutili orpelli. Pezzi come l'opener Tra mille anni mille anni fa, la title track e, soprattutto, Milano con la peste, una canzone semplicemente meravigliosa, raccordano sontuosamente l'indie delle origini con i chansonnier più classici. 
Essendo poi il disco uscito a invasione in Ucraina iniziata, Manuel non si nega un'incursione sul tema, con due tracce, Severodonetsk (che rimastica l'epocale intro di chitarra di Male di miele) e Guerra e pop-corn (100% Afterhours). 

A voler trovare un difetto ad un'opera insperatamente convincente e decisamente necessaria, c'è da dire che Lo sposo sulla torta (co-singer Emma Agnelli, figlia del nostro) è un divertissement pop che avrebbe potuto funzionare come alleggerimento strategico infilato tra le atmosfere di Milano con la pesteSeverodonetsk ma che manca il bersaglio a causa della sua manifesta inferiorità rispetto a tutto ciò che lo circonda. 
Poco male davvero, a fronte di tanti dischi in cui oltre la metà della tracklist è composta da filler, qui non posso lamentarmi di un brano debole su dieci esaltanti. Avercene.
E insomma sì, arrivo in ritardo su uno degli album dell'anno (2022).

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