lunedì 19 agosto 2024

Recensioni capate: Peter D'Angelo e Fabio Valle, Il figlio peggiore



L'Italia non è stato l'unico Paese che, tra i sessanta e i settanta, decise, tra le altre forme repressive, di soffocare dissenso e proteste giovanili inondando le strade dei quartieri più popolari - epicentri delle proteste - di droghe pesanti, soprattutto eroina. Falcidiando intere generazioni. Centinaia di migliaia di giovani. In molti sostengono che lo fecero anche gli USA (forse memori dell'analoga strategia usata, con l'alcol, nei confronti dei nativi americani) soprattutto per sterilizzare i movimenti dei neri nel periodo di Malcom X e delle Black Panthers. Però quest'operazione infame del nostro Stato parallelo, diversamente da altre (Gladio, le stragi in collaborazione con organizzazioni eversive neo fasciste, la P2) ha avuto meno rilevanza nella ricostruzione a posteriori di quegli anni pregni di ideali ma terribili. 
E' per questa ragione che mi sono fiondato con grandi aspettative sul romanzo di Peter D'angelo (giornalista d'inchiesta tra carta stampata e televisione) e Fabio Valle (scrittore e documentarista) che ricostruiscono, dentro una vicenda di finzione ambientata a Roma negli anni dal 1970 al 1975, proprio quella strategia, nota agli atti ufficiali come "operazione Blue moon". 
Purtroppo, a lettura completata, lo spunto del romanzo resta l'unico elemento che ho apprezzato del libro. 
C'è, a mio avviso, un problema nella caratterizzazione - un pò scolastica - dei personaggi, così come dell'intreccio, privo di guizzi (con alcuni passaggi davvero improponibili, come "l'interrogatorio" durante il rapporto sessuale) e con una conclusione che mi è parsa frettolosa. 
E' un libro che si legge tranquillamente, non fraintendermi, il suo problema principale è che dopo De Lillo, Ellroy, ma anche i nostrani Genna e Di Cataldo, ci si aspetta qualcosa in più da romanzi di questa natura. Sarà per il prossimo, visto il finale aperto che va a sfrucugliare proprio l'opera di uno degli autori citati? Lo auguro sinceramente ai due autori.

Nessun commento: