La Nuova Zelanda non è un Paese per metallari. E infatti Brody, che si trasferisce a Greypoint per essere affidato allo zio dopo che la madre, tossica, finisce in un istituto psichiatrico per aver tentato di spompinare il Babbo Natale di un centro commerciale, è un ragazzo totalmente alienato e bullizzato, in particolar modo dallo stesso cugino che lo ospita.
Incredibilmente però a Greypont c'è anche un negozio di dischi metal, dove Brody incontra il "fratello di metallo" Zakk, che, a differenza sua, è cool, strafottente e pienamente realizzato. Assieme a lui e a due nerdissimi del liceo, metteranno su una band, i Deathgasm, e dopo aver recuperato un antico spartito e averlo suonato attraverso un doom marziale, si troveranno ad invocare, beh i peggio demoni esistenti.
Con i quattro spicci della mancia mensile, il regista, sceneggiatore e soggettista Jason Lei Howden mette su uno spettacolo folle, demenziale e, soprattutto, splatterosissimo.
Un film realizzato con effetti quasi esclusivamente analogici che rievoca il fascino delle pellicole minori degli ottanta, nelle quali, attraverso il lavoro di bravi artigiani, litri di sciroppo d'acero e metri di lattice si portavano sullo schermo mattanze ignoranti e brutali.
Deathgasm è tutto questo, condito però dall'ingrediente aggiunto della musica metal e da tanto umorismo, macabro, ma non solo, come nel caso della battaglia a colpi di cazzi di gomma e dildi o della decapitazione del cugino bullo.
Per il resto bisogna essere pronti ad un florilegio di sangue zampillante, budella che non stanno dove dovrebbero stare, peni mozzati, orbite prive dei propri bulbi oculari, crani spaccati in due e facce fresate.
Il tutto però senza prendersi mai sul serio e sempre fedeli al motto: "death to false metal"!
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